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TESTO Nutrire e (è) soffrire

don Luciano Sanvito

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B) (18/06/2006)

Vangelo: Mc 14,12-16.22-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 14,12-16.22-26

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Nutrire e soffrire: quale rapporto?

Nutrire "è" soffrire.

Nutrirsi del pane e bere del vino è richiamarci a un corpo e a un sangue: un corpo vivente nel benefico pane
e un corpo sofferente nel sangue avvalorante quel bene.
Il pane fa bene al corpo,

ma anche il vino del sangue fa il bene del corpo attraverso la sofferenza.

Bene il pane, ma bene anche il vino: entrambi, rappresentando l'uno il risvolto dell'altro, come due facce della medaglia dell'unica vita.

Il pane indica il nutrimento beneficale, il vino il nutrimento sacrificale.

La vita è fatta di bene panificato e di bene irrorato dal vino.

Ogni volta che attingiamo al pane e diamo pane materiale e morale, non dobbiamo dimenticarci il risvolto: la faccia mancante del bene: il vero valore del bene passa anche dal vino, simbolo del sangue.

Ogni volta poi che soffriamo, che ci nutriamo e nutriamo gli altri del sacrificio e della sofferenza, non dimentichiamo che questo vino santifica e avvalora il bene dato come pane.

Pane e vino gemelli, due risvolti, due aspetti di un'unica realtà: la vita.

Quando soffriamo e il nostro pane è avvalorato dal vino della sofferenza, siamo dunque nella pienezza della verità, della autentiticità.

Quando il nostro pane manca del vino, il valore viene vanificato;

e quando il vino manca del pane, è solo sofferenza inutile.

Il pane, simbolo della mia corporeità, da solo mi lascia cadavere.
Il vino, simbolo della vita, da solo mi lascia disincarnato.

Corpo e sangue, simboleggiati da pane e vino, mi rendono autentico e valevole il cammino quotidiano della vita, nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte, perché tutto viene in essi autenticato.

 

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