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TESTO Omelia della V domenica del Tempo Ordinario 10 febbraio 2002

LaParrocchia.it  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (10/02/2002)

Vangelo: Mt 5,13-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

NESSO LOGICO

La Parola di Dio di questa domenica, ultima prima della quaresima, ci pone di fronte all'essenza della vita cristiana. Il riflesso delle beatitudini è ancora molto forte e presente. Alla luce di ciò che viene detto nei versetti precedenti, il nesso logico, uno dei tanti, lo possiamo individuare nell'esplicitazione del comandamento dell'amore. Tale precetto/insegnamento ci offre una possibilità concreta di realizzazione della volontà di Dio all'interno della nostra storia vitale.

ANALISI

La chiave di lettura di tutta la liturgia odierna può essere individuata nell'espressione del v. 9 del profeta Isaia: "Eccomi". Tale avverbio, che non potrebbe rivestire apparentemente nessun significato risulta centrale nella liturgia; in quanto è una piena manifestazione di grazia e di benevolenza da parte di Dio. Inoltre, è da sottolineare che l' "eccomi" odierno, contrariamente alla regola, è pronunciato da Dio, in forza di un grido umano, che riesce a scorgere nel Signore l'unica ancora di salvezza, quando le circostanze umane vertono verso il fallimento. Allora, il testo ci porta a approfondire quanto particolare è il Nostro Dio: disponibile, obbediente, colui che ascolta, colui che interviene e che non si lascia "pregare" più di tanto. E' un Dio che ama l'uomo perché questi è un essere speciale. Se questo è l'atteggiamento di Dio, allora l'uomo non deve altri insegnanti poiché l'"Eccomi" di Dio diventa emblema di ogni dialogo.

Alla luce di tutto ciò alcuni atteggiamenti devono caratterizzare l'uomo a confronto con Dio.

Avere la capacità di guardare al/il Signore; cioè l'uomo deve capire che è chiamato a guardare in alto, è un essere che stando sulla terra si costruisce la sua dimora nel cielo.

Oltre allo sguardo, è necessario entrare nel cuore di Dio, poiché è "nella carità l'uomo risplende, perché rivela la gloria di Dio. Allora l'orazione dell'uomo raggiunge Dio e Dio gli fa sentire la sua presenza" (Schokel).

Se il principio animatore è la carità, alla luce di ciò si comprende la necessità e l'importanza del proprio ruolo. L'annuncio del vangelo risulta essere una presenza costante, un impegno da profondere segno di una realtà e di una presenza più grande che è quella di Dio.

Questa riflessione acquista significato nel momento in cui il metro di misura non è un criterio umano ma il comandamento dell'amore (come presenza di Dio tra gli uomini). Dunque diventano chiare e pregnanti di significato le espressioni di tutta la liturgia odierna, che ci fanno riscoprire che il problema non è da ricercare se dobbiamo "essere sale o luce" (vangelo); se dobbiamo "testimoniare o no" (2.a lettura); se siamo "buoni assistenti sociali" (1.a lettura) e continuiamo a discutere sempre sul da farsi.

Ma il fulcro della questione è che dobbiamo, all'interno del nostro mondo e della nostra società, verificarci se le nostre "opere sono buone" (vangelo). E' necessario verificare se il "nostro fare" riverbera la "bontà di Dio".

Infatti la nostra fede prima di qualsiasi altra cosa ci impone una conformazione a Gesù Cristo. Siamo chiamati ad agire con il cuore ed i sentimenti di Cristo. Allora è indispensabile iscriversi alla scuola della S. Scrittura per meglio comprendere la presenza e la bontà di Dio, verificarsi alla luce dell'amore di Cristo e lasciarsi guidare dallo Spirito Santo. Il comandamento dell'amore avrà la sua autentica applicazione e all'interno di tutto realizzeremo il messaggio evangelico.

 

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