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TESTO Commento su Giovanni 12,44-50

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della IV settimana di Pasqua (17/05/2000)

Vangelo: Gv 12,44-50 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Gesù gridò a gran voce: "Chi crede in me, non crede in me, ma in Colui che mi ha mandato; chi vede me, vede Colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre".

Come vivere questa Parola?

In queste espressioni è la profonda umiltà di Gesù. Tutto in Lui è in funzione del Padre, tutto è orientato al Padre, tutto è trasparenza di Lui. Fino ad esserne luce che dissipa le nostre tenebre di non senso, di angoscia, di confusione, di paura. Tutto sostanzialmente è in Gesù un fare spazio al Padre.

L'umiltà, immiserita e travisata troppo spesso a livello di scrittori spirituali inadeguati e denunciata da molti come vile auto-annientamento della persona, oggi è divenuta una virtù sospetta. Bisognerà dunque nuovamente coglierne il valore e l'identità profonda nelle profondità della Persona di Cristo e imparare da lui "mite e umile di cuore" (Mt.11,29).

Che cos'è in radice l'umiltà se non la coraggiosa conoscenza di sé davanti a quel Dio che nell'abbassamento del Figlio, nel suo "svuotamento" (kenosi) fino alla morte di croce ce ne ha rivelato pienamente il senso?

Se percepirsi amati da Dio e impegnarsi ad amare i fratelli, è tutto il senso della vita cristiana, si tratta di capire che solo chi si riveste di umiltà riesce a stabilire rapporti informati a vero amore (cfr. 1Pt.5,5; Col.3,12).

L'esercizio spirituale di oggi è..."aggiustare il tiro"! Dove sento che mi gioca un pensare e un parlare aggressivo e arrogante, un presumermi migliore e giudice degli altri, dove scatta in me intolleranza per tutto ciò che mi ferisce, rintuzzo questo modo di essere con la preghiera: Gesù, mite e umile di cuore, rendimi simile a te nel mio cuore.

Duetto di voci lontane nel tempo ma concordi

"Là dov'è l'umiltà, la carità s'instaura e trionfa". Sant'Agostino

"L'umiltà dispone alla grazia, ma non l'umiltà è questa grazia, bensì la carità". V.Janchélévitch - filosofo contemporaneo

 

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