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TESTO L'ingrediente dimenticato

don Luciano Sanvito

VI Domenica di Pasqua (Anno B) (21/05/2006)

Vangelo: Gv 15,9-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,9-17

9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Indaffarati nel tram tram quotidiano della fede e delle opere, ci stiamo dimenticando l'ingrediente principale della vita, ci dice oggi il Vangelo.

L'ingrediente: abituati ad esserlo sempre noi, questo ingrediente, abituati a fare il nostro ingresso in ogni circostanza e in ogni situazione, ad entrare come ingredienti negli affari nostri e degli altri come se fossimo noi l'ingrediente principale della vita dell'universo, come abbiamo potuto dimenticare quel semplice ma fondamentale ingrediente che è l'altro (e l'Altro) qui adesso e ora, che ci propone di fare il suo ingresso in noi e nel mondo?

Ingrediente: colui che entra.
E' il prossimo che entra in gioco nella nostra vita.

E' una cosa o un Colui che ci sta incontrando, entrando in noi.

Ci manca questo ingrediente, e la nostra identità viene meno, la nostra serenità è vacillante, la nostra pace è fittizia, la luce offuscata.

Ma lo spirito pasquale ci ricorda che il primo ingrediente mancante alla nostra ricetta di vita forse siamo proprio noi: incapaci di accedere a noi stessi, di entrare in noi fino in fondo, di accettare il nostro limite e le nostre possibilità per quelle che sono, così come siamo.

Il nostro ingresso rimane chiuso: nessun ingrediente.

Solo lo sguardo della luminosità pasquale ci può ridare la coscienza di riaprire a colui che entra, a questo ingrediente misterioso e sconosciuto, spesso reso 'servò da noi, perché lo possiamo riscoprire 'amicò, amante della vita: nostra, dell'altro, dell'universo rinnovato.

Sono forse proprio io dunque questo ingrediente dimenticato?

 

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