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TESTO Guariti dalle sue piaghe

don Marco Pratesi  

II Domenica di Pasqua (Anno B) (23/04/2006)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Il Vangelo ci presenta l'apparizione del Risorto a Tommaso. Un'esperienza esemplare: se vogliamo vivere la nostra vocazione cristiana, dobbiamo incontrare personalmente il Crocifisso risorto. "Stendi qua il dito, vedi le mie mani; stendi la mano e mettila nel mio fianco". Anche a noi il Signore mostra oggi le sue piaghe gloriose e il suo cuore luminoso per suscitare la nostra fede e la nostra adorazione. Lo fa con tanti mezzi ma, per rimanere nella simbologia del Vangelo di Giovanni, in special modo mediante il battesimo e l'eucaristia, complesso e compendio della vita cristiana. Dal cuore aperto del Crocifisso sgorgano infatti sangue ed acqua, e queste sono anche le forze e le vie per tornare al cuore del Risorto.

La risurrezione di Cristo è la vittoria sull'inferno. Vittoria bella, vittoria d'amore, conquistata col proprio sangue. Non come le vittorie mondane, conquistate con sangue altrui, che lasciano dietro di sé odio, rovina e morte. No, la risurrezione del Signore è il trionfo della vita, dell'allegria, dell'alleluia. "Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria!"

Dio misericordioso ha incaricato la sua Chiesa di amministrare la sua vittoria, perché possa arrivare nel cuore di ogni uomo, e ciascuno si apra al canto dell'alleluia pasquale.

Notiamo bene: il Risorto è il Crocifisso. Ha le sue ferite. Nessuno può saltare la croce, nessuno arrivare alla vittoria senza ferite. Gesù non ci promette questo.

Cosa dobbiamo fare, allora, fratelli e sorelle? Mettere tutta la nostra sofferenza nelle sue piaghe gloriose. Il Signore ha voluto soffrire per darci la possibilità di unire il nostro dolore al suo. Unita con la sua, la nostra croce diviene divina, si illumina della luce pasquale, si riempie di speranza. Nelle piaghe gloriose di Cristo deponiamo dunque le nostre piaghe perché diventino redenzione e vita.

Il sepolcro di Cristo è vuoto per sempre; "anche i sepolcri dei nostri morti, e i nostri stessi sepolcri, rimarranno vuoti, un giorno" (Romero). Alleluia, Cristo è risorto: "celebrate il Signore, perché è buono, eterna è la sua misericordia".

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia incontro vero col crocifisso risorto, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

Preghiamo come Gesù, il crocifisso risorto, ci ha insegnato:

 

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