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TESTO L'ateo più credente del mondo

don Luciano Sanvito

II Domenica di Pasqua (Anno B) (23/04/2006)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Potremmo definire Tommaso: 'l'ateo più credente del mondo'.

Modello del vero ateismo e della vera fede.

Del vero ateismo, perché crede solo a ciò che vede: il segno.

Della vera fede, perché nelle cose vuole vedere il meglio: il segno.

Tommaso è anche per me indicazione a come procedere:

- come 'ateo': la Pasqua non è da credere, se non ha dei segni;

- come 'credente': per credere nella Pasqua, occorre credere non in essa in quanto tale, ma nei suoi segni.

Ma Tommaso - e lo richiama anche a noi - esige che la vera fede parta proprio da dove parte l'ateismo: dalla croce umana: dalla morte: dall'annullamento.

Egli non vuole solo dei segni, ma dei segni di sofferenza per credere alla vita: dei segni mortali per credere all'immortalità.

- E' ateo, perché parte dal basso più concreto: la passione e la morte.

- E' credente, perché esige la trasformazione di esse in segni.

La fede pasquale, ci dice il Vangelo, parte proprio dalla constatazione, dalla situazione 'atea' positiva: cioè dalla esperienza umana: non c'è fede fuori di essa: ogni idea o parola o pensiero disincarnato, è meglio subito mandarlo 'a farsi benedire': non è autentico, perché non vivo.

La fede pasquale, fondata sulla colonna 'atea' positiva umana, cioè sul concreto di fatto, sulla sofferenza e sulla morte come certezze di tutti, deve essere in sintonia con la parola del Vangelo della Pasqua: se c'è disaccordo, se c'è contrasto, significa che è fede solo di parole, non di vita: è fede mortale e non pasqualmente viva.

Tommaso è ognuno di noi, chiamato ad essere, in questo tempo pasquale, autentico 'ateo' e sincero 'credente' della storia che il Vangelo percorre sulla strada dell'umanità in noi, unendo le due dimensioni come due 'credi' gemellari che sostengono il cammino Pasquale che in noi anche oggi si fa', e che l'umanità è chiamata in noi a contemplare e ad adorare: 'Mio Signore e Mio Dio'.

 

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