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TESTO Commento a Mc 16,1-8

Suor Giuseppina Pisano o.p.

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Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno B) (15/04/2006)

Vangelo: Mc 16,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 16,1-8

1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. 5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”». 8Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite.

"La chiarezza e la gioia che, per la gran parte di noi, sono pensiero della Pasqua, non può cambiare nulla del fatto che, il contenuto profondo di questo giorno sia, per noi, molto più difficile da comprendere, rispetto a quello del Natale. La nascita, l'infanzia, la famiglia, tutto ciò fa parte del nostro mondo di esperienze.

Che Dio sia stato un bambino ed abbia così reso il piccolo grande, ma il grande umano, vicino e comprensibile, è un pensiero che ci tocca, del tutto, immediatamente. Secondo la nostra fede nella nascita a Betlemme, Dio è entrato nel mondo e questo reca una traccia di luce sino agli uomini, i quali non sono in grado di accogliere la notizia così come essa è.

Con la Pasqua è diverso: qui Dio non è entrato nella nostra vita abituale, ma, tra i suoi confini, ha aperto un passaggio su un nuovo spazio, posto al di là della morte. Egli non ci segue più, ci precede invece, e regge la fiaccola, all'interno di un'estensione inesplorata, per farci coraggio, per seguirlo..."

Così, esordiva in una riflessione sulla Pasqua, l'allora cardinale Ratzinger; nessun testo della Scrittura, infatti, descrive la resurrezione di Cristo, in essi si parla del Risorto, ma questo evento, nell'istante suo realizzarsi, non ha testimoni.

Il racconto che Marco fa della resurrezione di Cristo Gesù, è, forse, quello che meglio ci consente di cogliere quanto arduo sia per l'intelligenza dell'uomo, questo Mistero.

Nel passo del Vangelo di oggi, ricco di particolari, anche cronologici: "...passato il sabato...di buon mattino...il primo giorno dopo il sabato...al levar del sole...", incontriamo ancora le donne, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salòme, che sollecite, dopo aver comprato gli olii aromatici, si avviano al luogo della sepoltura di Gesù, per completare la sua imbalsamazione, quella interrotta la sera del venerdì; esse, vanno al sepolcro sicure di trovare la salma del Maestro, dell'amico, al quale tributare ancora un gesto di venerazione, di amore, vanno a celebrare ancora la morte, ed hanno una sola preoccupazione: «Chi ci rotolerà via Il masso dall'ingresso del sepolcro?». Non sanno che entreranno in un sepolcro inspiegabilmente vuoto, né che riporteranno indietro gli olii aromatici, ormai inutili, perché, in quel luogo non c'è alcun cadavere

Così, Marco, ci parla della resurrezione, attraverso i segni dell'assenza del Cristo: una pietra rotolata e un sepolcro vuoto; lo stesso vuoto di concetti e di immagini che ritroviamo nella nostra mente, la quale non può accedere a ciò che supera le normali categorie del ragionamento.

L'uomo è legato al tempo, vive ed opera nello spazio, ha esperienza della vita nel suo nascere, ed anche nella sua fine, la morte, ma oltre c' è il muro del silenzio e la paura dell'ignoto, nel quale, solo Dio può intervenire con la rivelazione, con la sua parola, affidata, in questo contesto, al misterioso giovane dalle vesti splendenti:".. entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca...", il quale parla di resurrezione.

Come agli inizi dell'Incarnazione, un angelo fu inviato ad una donna per l'annuncio che il Figlio di Dio avrebbe preso vita umana in lei, anche adesso un angelo, e le vesti splendenti lo confermano, dà un annuncio di vita, sconcertante, ma felice, alle donne: "Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui."

Non ci son ragionamenti da fare, la luce del Mistero di Pasqua, centro e il fulcro della fede cristiana, è in queste parole: " Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto..."; è l'Evento che entra, come dimensione divina, nell'esistenza umana, aperta a Dio e fiduciosa in Lui.

Il limite della morte è stato definitivamente spezzato da Cristo, morto e risorto, questo annuncio, da duemila anni, attraversa la Storia e la colma di speranza.

In quelle tre donne, che, al levar del sole, si recano ad un sepolcro, per un gesto di pietà, è simboleggiato ogni uomo, in tutto il suo limite e la sua fragilità, in tutto il suo bisogno di certezze che, non possono venire da situazioni di morte, ma dal Dio della vita, dal Padre, che ha risuscitato dai morti il suo Figlio Gesù, la primizia che garantisce della nostra resurrezione, come Paolo, magistralmente, insegna: " Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con Cristo, perché fosse distrutto corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato; infatti, chi è morto, è ormai libero peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risuscitato morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, morì al peccato, una volta per tutte; ma ora invece, per il fatto che egli vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. ( Rm 6,6-11 )

Dopo quella mattina, unica nella Storia, non è più lecito fermarsi a pensieri di morte, né lasciarsi paralizzare dal dolore o dalla paura, in Cristo risorto, ogni uomo è sollecitato ad andare oltre, a cercarlo e testimoniarlo, Vivente sempre, come l'Angelo della Resurrezione esorta:"... Ora andate, dite ai suoi discepoli, e a Pietro che egli vi precede In Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto...".

Il Mistero della Resurrezione, Mistero di luce e di vita, è un Mistero di contemplazione purissima, nella dimensione di una fede altrettanto pura, che si fa operosa, nell'annuncio e nella testimonianza, che ognuno è chiamato a rendere, in virtù del di quel battesimo che lo ha incorporato a Cristo, vera luce del mondo e della Storia.


Sr Mariarita Pisano O.P.
Monastero Domenicano
SS.mo Rosario

Marino Laziale Roma

Fratelli, non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito Vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi. Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!

Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né coli lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi dì sincerità e di verità. 1 Cor 5, 6-8 "

 

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