TESTO Commento su Os 6,6
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Sabato della III settimana di Quaresima (01/04/2000)
Brano biblico: Os 6,6
9Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Dalla Parola del giorno
Il mio giudizio sorga come la luce: perché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti.
Come vivere questa Parola?
La Parola è un giudizio di luce che esige chiarezza dentro di me.
La tentazione latente è quella di una religiosità che può portare all'autocompiacenza. La mia pratica devota allora è più prossima a quella del fariseo, che arriva perfino a ringraziare Dio di non essere peccatore come gli altri. Si tratta invece di somigliare, nel mio cuore, a quel pubblicano consapevole del suo essere peccatore, semplice e sincero nel chiedere misericordia (cfr. il Vangelo odierno).
Quello che il Signore vuole da me, specie in questo cammino verso Pasqua, è che, essendo oggetto di misericordia di Dio, nel mio cuore e nella mia vita, io faccia spazio alla misericordia verso i miei fratelli.
Il sacrificio ha senso solo se è voluto dall'amore e manifesta un amore tutto donato (ad esempio sacrifico il mio tempo per acquistare più competenza e servire meglio il prossimo, sacrifico il sonno per assistere un malato, ecc.). Diversamente il sacrificio è masochismo. L'olocausto come offerta sacra è "soave odore presso Dio" (cfr. Sl.15, ) solo se quello che gli offro in preghiera è profondamente saldato alla mia conoscenza del Signore:non intellettiva ma del cuore. Conoscendo Dio col cuore entro nel mistero di Gesù e mi unisco al suo darsi, annoverato tra gli empi, per la salvezza di me peccatore e di tutti.
In questo atteggiamento mi eserciterò oggi, entrando in una pausa contemplativa del mio cuore. E dirò a Gesù: aiutami a capire che non conosco e non amo Te che non vedo, se non m'impegno a conoscere e ad amare il fratello che vedo.
La voce di una singolare scrittrice contemporanea
Saper dare tenerezza...La tenerezza è esorcistica, sventa i fantasmi. Le larve che si fanno credere (e non lo sono) pensieri, sentimenti, ispirazioni religiose.
Cristina Campo