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TESTO Cercarono di prenderlo: ma non era ancora giunta la sua ora

Monaci Benedettini Silvestrini  

Venerdì della IV settimana di Quaresima (31/03/2006)

Vangelo: Gv 7,1-2.10.25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 7,1-2.10.25-30

1Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.

2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne.

10Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.

25Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».

30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Il Vangelo di oggi si apre con questa annotazione: "Gesù se ne andava per la Galilea - dove si sentiva più sicuro fra la sua gente – non voleva più intrattenersi nella Giudea, perché i Giudei volevano ucciderlo. Gesù non fugge e non si espone al pericolo: attende l'ora del Padre. Quando decide di salire a Gerusalemme per la grande festa della Capanne, lo fa di nascosto. Viene riconosciuto. La sua presenza suscita una serie di domande tra le quali balza un nuovo capo di accusa contro di lui. Dei giudei dicevano: "Costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia". Tutto diventa oggetto di discussione, anche l'origine umana di Gesù. Anzi per gli avversari, la conoscenza delle sue origini lo escluderebbe dall'essere il Messia promesso, perché nelle attese messianiche, allora diffuse, il Messia doveva avere una provenienza nascosta, ignota a tutti, sarebbe comparso improvvisamente, già adulto. "Gesù allora, mentre insegnava nel Tempio, gridò forte dicendo: "Sì, voi mi conoscete e sapete di dove sono". La sorte di Gesù è ormai segnata, ma ciononostante continua la proclamazione solenne della sua identità. Certo, egli riconosce le sue umili origini umane, ma nello stesso tempo afferma che anche qui essi in effetti non conoscono la sua vera origine e la sua specifica missione. Essi infatti non vogliono riconoscerlo come inviato di Dio. "Eppure io non sono venuto da me, e chi mi ha mandato è veritiero, io lo conosco, perché vengo da lui". La risposta di Gesù cosi decisa e forte suona come bestemmia. "Allora cercano di afferrarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso". Egli resta Signore del tempo e delle circostanze, perché "non era ancora giunta l'ora", l'ora di Dio, la manifestazione dell'amore. Aldilà della furia e della confusione umana, c'è sempre in ogni avvenimento, piccolo o grande, un qualcosa di imponderabile, che dovrebbe far riflettere. Ed è una grande consolazione per tutti! La nostra vita è nelle mani del Signore e quando verrà il momento della prova, l'ora di Dio, non saremo soli.

 

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