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TESTO Commento su Giovanni 12,20-33

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V Domenica di Quaresima (Anno B) (02/04/2006)

Vangelo: Gv 12,20-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 12,20-33

20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Si percorre passo passo la via dolorosa dell'Amore che non trova risposta, l'Amato offre tutti i suoi beni più preziosi all'amata, in ultimo testimonia il Sua amore staccandosi non solo dai Suoi beni ma dalla vita stessa. Distende le Sue braccia sulla croce e, con le mani inchiodate, si prepara ad accogliere nel suo abbraccio tutta l'umanità, buoni e non buoni, santi e peccatori, nessuno escluso.

Fissando lo sguardo sul crocefisso l'uomo, che sa fermarsi un momento dallo sballottamento della soffocante vita moderna, rimane sorpreso, sbigottito, commosso, Gesù non scende, non fa schiamazzi, non si vanta, non si gonfia, attende che l'uomo risponda al Suo amore.

L'uomo che si interroga, che "vuol vedere Gesù" (vedi vangelo) capisce che donando il Suo Spirito ("Gesù...spirò" Gv 19,20) Gesù dona la vita, una nuova vita, più vera, più significativa, la quaresima non finisce con la croce e la morte, ma con la risurrezione e l'ascensione.

Quaranta giorni (anni) d'esodo e poi la terra promessa Gesù è disceso a cercare l'uomo, è diventato frutto prezioso attaccato all'albero della croce e ha dato la possibilità all'uomo che lo voglia cogliere, di diventare "figlio di Dio". L'uomo che si realizza, è l'evoluzione assoluta: il figlio dell'uomo diventato figlio di Dio.

"...IN VERITA', IN VERITA' VI DICO: SE IL CHICCO DI GRANO CADUTO IN TERRA NON MUORE RIMANE SOLO, SE INVECE MUORE PRODUCE MOLTO FRUTTO..." (GV 12,24)

E' del tutto contrario alla mentalità e alla prassi del secolo corrente, la certezza che la glorificazione e la vittoria sul male consegue ad una sconfitta (crocifissione), in funzione dei parametri della cultura efficentista e pragmatica moderna solamente l'apparire giovani, belli e di successo fa ottenere approvazione, sequela, imitatori. Si diventa "lider – capi popolo – padroni.

Farsi piccoli (il seme) scomparire nella terra, in un mondo che spinge, sollecita e istruisce a farsi grandi (alti),, quando tutti desiderano e tentano di "apparire", essere telegenici, far parlare di sé, essere servi, quando tutti vogliono essere padroni impegna ed una conversione totale a cui la quaresima rinvia.

Gesù però, è giustamente ottimista, sa che il Padre lo ha inviato a compiere una missione che sarà ricca di efficacia (dona la grazia) per tale motivo spiega che solamente il seme che muore porta molto frutto. L'egoismo di voler rimanere in vita in questo tipo di mondo non ha futuro, tutto finisce in un male-mare di provvisorietà e di apparenza. Si rimane soli.

Gesù sa che vi sono persone che lo cercano (i greci nel racconto evangelico) che vogliono capire il Suo messaggio, testimoniare per mettersi anche loro a servizio della vita di tutti i fratelli.

Amore di Dio che dona il Figlio, amore del Figlio che dona la vita, amore dei fratelli-fedeli che si uniscono in comunità, in chiesa, che opera il bene, la carità che non fa distinzione di colore, ceto, razza, cultura, che tutti accoglie per presentare un popolo che nell'impegno quotidiano della preghiera-digiuno-carità apre a tutti la via della salvezza, che cambia con autorevole carità le regole egoistiche, ed opprimenti che regolano l'attuale consorzio umano.

Altra è la gloria a cui deve tendere il genere umano, lasciarsi cogliere e innalzare dall'Amore, abbandonare le false sicurezze degli idoli, delle gratificazioni dell'oro e dell'argento, per essere accolti nella gloria imperitura di Dio-Padre.

"... (CRISTO) PUR ESSENDO FIGLIO, IMPARÒ TUTTA VIA L'OBBEDIENZA DALLE COSE CHE PATI' E, RESO PERFETTO, DIVENNE CAUSA DI SALVEZZA ETERNA PER TUTTI COLORO CHE GLI OBBEDISCONO... (Eb 5,9).

Obbedienza, parola difficile da pronunziare, capire, respinta, rifiutata dalla cultura e dalla mentalità post-moderna.

Nella concezione biblica, lungi dall'essere costrizione e sottomissione passiva, è invece libera adesione ai disegni di Dio, è partecipare con fede e abbandono al disegno d'amore che Dio-Padre ha per l'uomo.

La natura tutta, dagli astri più lontani al seme più piccolo, canta, loda, gioisce e obbedisce al Creatore, rifiorisce e risorge all'inizio della primavera.

Gesù, rivestito di carne mortale si assoggetta ai patimenti, alle tentazioni, alla prova della disobbedienza di cui è pervaso l'uomo figlio di Adamo. Si pone in ascolto, comprende il disegno d'amore salvifico del Padre obbedisce esce vincitore perfetto, dallo scontro e diventa salvatore di tutti quelli che gli obbediscono.

Obbedire è, giustamente, un ob-audire, un ascoltare, capire che le leggi che Dio dispone sono per il ben e per la felicità dell'uomo. La legge è per l'uomo e non l'uomo per la legge, il Padre invita il Figlio e i figli a non farsi del male, ad auto-ferirsi/ uccidendosi con il male/peccato. Gesù risorge e vive dopo la morte della carne perché si è abbandonato (si consegna) al Padre e ama i fratelli.

...NON PRIVARMI DEL TUO SANTO SPIRITO. RENDIMI LA GIOIA DI ESSERE SALVATO... ( Sal 50)

L'uomo è peccatore, riconoscerlo non è fare una proclamazione di falsa umiltà, è accettare la verità del nostro essere nel mondo e in rapporto con le altre creature, il regno minerale, vegetale, animale, con gli altri uomini. Le tentazioni di "prendere","depredare" è sempre "accovacciata all'uscio". Si deve quotidianamente lottare contro l'egoismo che spinge e subdolamente suggerisce di "cogliere" il frutto di fare poca fatica e ottenere grandi e facili risultati.

Preghiamo sempre con il salmista per essere aiutati dallo Spirito, che da forza e illumina, a superare le prove ed avere la gioia di essere salvati, (l'egoismo conduce il pianeta all'auto-distruzione).

...DICE IL SIGNORE: PORRO' (SEMINERO') LA MIA LEGGE NEL LORO ANIMO, LA SCRIVERO ' NEL LORO CUORE...( Ger 3,33)

La traduzione "seminerò" esalta maggiormente la libertà che Dio Padre concede ai figli di accogliere o respingere "l'alleanza", il patto, la "berit".

L'uomo ha la responsabilità di coltivare e far crescere la conoscenza di Dio e della legge- insegnamento-invito.

Non è un oggetto ma un soggetto che il Creatore chiama alla gioia della vita, dell'essere coppia, famiglia, società, chiesa.

Ogni uomo deve essere educato, deve sapere, che ha come alleato Dio-Padre, non è solo: "Dio è vicino, è prossimo". Tutti dal più piccolo al più grande devono riconoscere, per quanto feriti, piagati, indegni peccatori che Dio, in Gesù che si è fatto carne è vicino, fedele alleato, pronto a porgere la sua mano e il Suo aiuto a chiunque lo chieda. In Cristo tutti possono essere vittoriosi della lotta del bene contro il male perché il Signore, nella Sua bontà, perdona ogni iniquità, ogni peccato.
L'amore che perdona dona vita e vitalità.

REVISIONE DI VITA
1. Mi sento interpellato dalla parola di Gesù?

2. Aiuto con la mia fede, il mio comportamento, gli stranieri (i greci) i lontani ad avvicinare Gesù?

3. Mi pongo la domanda se la mia fede è fatta di parole, preghiere (poche), di opere?

4. Chi e che e cosa fa convertire, (fa cambiare strada) chi è lontano?

Commento a cura di Michele Colella di Genova

 

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