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TESTO Commento su Os 14,9

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Venerdì della III settimana di Quaresima (24/03/2006)

Brano biblico: Os 14,9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Efraim, che ha ancora in comune con gl'idoli? Io l'esaudisco e veglio su di lui; io sono come un cipresso sempre verde, grazie a me tu porti frutto.

Come vivere questa Parola?

Il versetto si situa all'interno di un appassionato appello rivolto ad Israele, perché ritrovi la strada del suo Dio. I suoi passi, infatti, battono le vie dell'idolatria, per cui "ha inciampato nella sua iniquità". Ma Dio è pronto al per-dono. Egli stesso s'incarica di purificare Efraim dalle sue nefandezze, così che non abbia più nulla in comune con gli idoli e viva sereno "all'ombra" del suo Dio. Le difficoltà, le tentazioni restano in agguato, il rischio di cedere alla lusinga degli idoli continua a insidiare, ma su tutto questo prevale una certezza di fondo: Dio veglia sui suoi figli e ne ascolta il grido di aiuto. Una certezza che illumina anche i nostri giorni ed è garanzia che i "frutti" verran-no. Qui si fonda quel persistente ottimismo cristiano che fa cogliere i germi di bene ovunque si annidino e spinge a farsene promotore, anche sfidando l'impopolarità e, talvolta, l'ironia di chi può tacciarci di dabbenaggine. No, non si tratta di chiudere gli occhi su ciò che non va, o di assumere un atteggiamento di infantile dipendenza da un Dio paternalista, ma di prendere atto che, se anche oggi "si inciampa nell'iniquità", è possibile, tuttavia, prendere le di-stanze dagli "idoli" che segnano negativamente la nostra epoca e dare un impulso nuovo al cammino dell'umanità.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, sposterò l'attenzione da ciò che non va e su cui si è sempre tentati di puntare il dito, ai germi di bene che posso cogliere nel mio ambiente. Mi impegnerò, quindi, a farmene promotore.

È più facile, Signore, piangere su quello che non va che impegnarsi a far crescere il bene che pure è dissemi-nato nei solchi della nostra storia. Aiutami ad essere "profeta" di speranza e "operatore" di giustizia e di pace là dove tu mi hai seminato.

La voce di un profeta dei nostri giorni

Il bene zampilla da una sorgente più profonda di quella del male ed è tale da sanare la stessa radice del male. Per cui possiamo ancora guardarci intorno con gli occhi della speranza.
Card. Carlo Maria Martini

 

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