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TESTO Commento su At 4,20

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato fra l'Ottava di Pasqua (17/04/2004)

Brano biblico: At 4,20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato.

Come vivere questa Parola?

Pietro e Giovanni sono al centro dell'episodio propostoci dalla prima lettura odierna. La loro franchezza sconcerta gli stessi principi dei sacerdoti e gli anziani che li hanno convocati a giudizio. Sono persone semplici, illetterate. Al momento della cattura e della morte di Gesù non hanno davvero brillato per coraggio. Eppure ora parlano apertamente del Signore, nonostante il palese disappunto dei capi. E lì, nel sinedrio, non appaiono per nulla intimiditi. All'ingiunzione di non parlare più di Gesù, rispondono: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quando si è veramente incontrato il Risorto, quando ci si è lasciati coinvolgere in questa esperienza fino ad assumere sul serio e vitalmente la propria realtà battesimale, la novità di vita che qualifica la nostra identità di con-risorti si riverbera spontaneamente intorno a noi. Sarà il nostro stesso modo di essere e di rapportarci a convincere che la resurrezione è una realtà possibile. Sulla forza convalidante del nostro vivere, la testimonianza verbale sfocerà spontanea e convincente. Sì, Cristo è veramente risorto. Noi lo abbiamo incontrato nell'ascolto orante della Parola. È allora che i nostri occhi si sono aperti e l'abbiamo visto: aveva gli stessi lineamenti di... mia moglie, mio padre, della mia consorella, del capoufficio, e anche di quel giovane là, sì, di quel drogato. La sua voce la sentiamo tuttora risuonare dentro di noi nelle parole, talvolta ancora inarticolate, che pure urgono nel cuore di tanti fratelli... No, non è possibile tacere quello che abbiamo visto e ascoltato, anche se non è facile, proprio come per i primi seguaci di Gesù. Ma il Risorto infonde anche in noi franchezza e coraggio.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò a considerare la realtà del mio essere "con-risorto" con Cristo. La mia vita è davvero percorsa da questo soffio di novità che mi fa essere pienamente inserito nel mondo ma con il cuore del Redentore?

Fammi comprendere, Signore, quanto la resurrezione mi tocchi da vicino e mi renda debitore verso i fratelli. Sostienimi con il tuo Spirito perché la novità che essa ha immesso nella mia vita, si manifesti nelle mie scelte, nelle mie parole, in tutto il mio essere.

La voce di una grande convertita all'Amore

Non possiamo donare la fede, ma possiamo donare noi stessi. Si tratta di una morte e di una risurrezione, di morire a ciò che saremmo stati se fossimo soltanto uomini, di risuscitare a ciò che siamo essendo uomini cristiani.
Madaleine Delbrêl

 

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