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TESTO Commento Luca 24,13-35

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Mercoledì fra l'Ottava di Pasqua (14/04/2004)

Vangelo: Lc 24,13-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno
Resta con noi perché si fa sera.

Come vivere questa Parola?

Quanto è vicina alla nostra esperienza quotidiana la pagina che oggi ci offre Luca. Gesù è risorto. La notizia, sia pure in modo ancora confuso, si è già diffusa tra i suoi più intimi. Eppure c'è chi pensa che il "bel sogno" sia finito. "Noi speravamo" è l'amara conclusione di una sequela iniziata all'insegna di attese gelosamente e lungamente custodite in cuore. È l'affossamento di ogni speranza. Un'esperienza diametralmente opposta a quella della pasqua, un'esperienza che allontana inevitabilmente dal Risorto. E i loro passi battono in ritirata. Ma è qui, nell'abisso della loro tristezza che Gesù li raggiunge. Gli occhi sono incapaci di riconoscerlo, ma il cuore no: "Non ci ardeva forse in petto mentre Egli ci parlava?". Ed ecco la supplica struggente: "Resta con noi nel crepuscolo della vita!". È quanto basta perché il Signore possa aprir loro gli occhi su una realtà che va ben oltre i loro angusti desideri. "Speravamo che liberasse Israele". Una liberazione politica, limitata ai confini nazionali. Gesù invece è morto e risorto "non per la nazione soltanto". Noi sogniamo di essere liberati dal male da situazioni difficili, dalla fame, dalla guerra... Egli va più nel profondo: al cuore. È il nostro "io" più vero che deve essere liberato da quanto lo inquina. Sarà allora possibile "tornare sui nostri passi", verso gli altri con cui condividere l'impegno di operare per la libertà.

Oggi, nel mio rientro al cuore, proverò a mettermi in cammino con i due discepoli di Emmaus. Lascerò che Gesù mi parli, svelandomi a quale livello vuole operare la mia liberazione e su quali passi devo ritornare per diventare a mia volta strumento di liberazione.

Resta con noi, Signore, quando la voglia di lasciarci andare rischia di travolgerci e la fede vacilla. Torna a spezzare il tuo pane, perché nel segno del dono sappiamo ritrovare la via della libertà.

La voce di un teologo ortodosso

Per Cleopa e il suo amico in cammino verso Emmaus, liberarsi significava scrollarsi di dosso il giogo romano. Quando però Gesù offrì loro il pane e i loro occhi si aprirono, essi diventarono consapevoli di una libertà che non avrebbero mai creduto possibile. Era una libertà che penetrava nel più profondo del loro cuore e che nessuna potenza terrena poteva soffocare. Era la libertà dello spirito.
Henri J. M. Nouwen

 

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