TESTO Commento su Matteo 11,25-30
Missionari della Via Missionari della Via - Veritas in Caritate
S. Francesco d'Assisi, patrono d'Italia (04/10/2025)
Vangelo: Mt 11,25-30

25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Nel giorno della festa del poverello di Assisi, il Vangelo ci parla della piccolezza. Essa è la misura della santità! San Francesco amava a tal punto la piccolezza da denominare i frati come “minori”. Possiamo dire che questa minorità è un dono che deve appartenere a ogni cristiano. Non si tratta di una forma di infantilismo spirituale o di cancellare masochisticamente la dignità del soggetto, ma del riconoscimento di essere legati a Dio nella dolcezza della sua paternità, non solo come figli ma come bambini. Questo ci dona la giusta dimensione di noi stessi e soprattutto la serenità di concepirci amati e custoditi da Dio con tenerezza. Gesù non ci sta dicendo di denigrarci ma di affidarci. Perciò oggi vogliamo chiedere al Signore questa piccolezza! Anche se siamo padri o madri, professionisti esperti, menti brillanti, figure di spicco in ogni ambito sociale, atleti promettenti o persone stimate nelle nostre case, oggi Gesù, il Nazareno, ci invita a essere piccoli. Prendiamo esempio dal poverello d'Assisi, dopo il suo nome scriveva: “Io, frate Francesco piccolino” (cf FF 2790). Che anche noi possiamo trovare la stessa letizia nel definirci piccolini!
San Francesco D'assisi: la minorità
«La minorità chiama ad essere e sentirsi piccoli davanti a Dio, affidandosi totalmente alla sua infinita misericordia. La prospettiva della misericordia è incomprensibile per quanti non si riconoscono “minori”, cioè piccoli, bisognosi e peccatori davanti a Dio. Quanto più siamo consapevoli di questo, tanto più siamo vicini alla salvezza; quanto più siamo convinti di essere peccatori, tanto più siamo disposti ad essere salvati. Così accade nel Vangelo: le persone che si riconoscono povere davanti a Gesù vengono salvate; chi invece ritiene di non averne bisogno non riceve la salvezza, non perché non gli sia stata offerta, ma perché non l'ha accolta. Minorità significa anche uscire da sé stessi, dai propri schemi e vedute personali; significa andare oltre le strutture [..], andare oltre le abitudini e le sicurezze, per testimoniare concreta vicinanza ai poveri, ai bisognosi, agli emarginati, in un autentico atteggiamento di condivisione e di servizio. Anche la dimensione della fraternità appartiene in maniera essenziale alla testimonianza evangelica. Nella Chiesa delle origini, i cristiani vivevano a tal punto la comunione fraterna da costituire un segno eloquente e attraente di unità e di carità. La gente era stupita nel vedere i cristiani così uniti nell'amore, così disponibili nel dono e nel perdono vicendevole, così solidali nella misericordia, nella benevolenza, nell'aiuto reciproco, unanimi nel condividere le gioie, le sofferenze e le esperienze della vita. [...] Cari fratelli [...] andate ancora oggi spinti dall'amore di Cristo, come vi invita a fare san Francesco, che nella Regola bollata dice: «Consiglio, ammonisco ed esorto i miei frati nel Signore Gesù Cristo, che quando vanno per il mondo, non litighino ed evitino le dispute di parole e non giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti.... In qualunque casa entreranno, dicano prima di tutto: “Pace a questa casa”; e sia loro lecito mangiare di tutti i cibi che saranno loro messi davanti (III, 10-14: FF 85-86). [...]. Quanto è importante vivere un'esistenza cristiana e religiosa senza perdersi in dispute e chiacchiere, coltivando un dialogo sereno con tutti, con mitezza, mansuetudine e umiltà, con mezzi poveri, annunciando la pace e vivendo sobriamente, contenti di quanto ci è offerto!» (Francesco, Discorso ai partecipanti al capitolo generale dell'ordine dei frati minori, 26 maggio 2015).