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TESTO Commento su Luca 9,43-45

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Sabato della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (27/09/2025)

Vangelo: Lc 9,43-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,43-45

43E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio.

Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44«Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 45Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Il Vangelo di oggi ci interpella: anche noi abbiamo paura di interrogare Gesù quando si parla di sofferenza? Un giorno incontrai una nonnina al cimitero: era una donna di grande fede, pronta ad incontrare il Signore, pronta a lasciare questa vita. A lei erano legati da tanto amore i suoi tanti nipoti, e quando lei cercava di prepararli alla sua morte, loro rispondevano arrabbiati: “nonna perché parlare di queste cose ora, stiamo tanto bene!”. “Capisci, mi disse, io cerco di prepararli alla mia morte e loro non vogliono neanche pensarci. Non si stanno preparando, chissà come reagiranno!” Il racconto di questa donna di fede riflette il pensiero comune: la sofferenza, la morte fa così tanta paura che preferiamo far finta di niente, vivendo come se non dovesse mai accadere! Tante volte, quando una persona si trova in uno stato terminale della propria vita, i parenti preferiscono far finta di nulla. Le si parla e ci si comporta come se tutto dovesse finire bene, come se la guarigione fosse dietro l'angolo. E così, alla fine, si corre il rischio di non preparare gli altri e non preparare neanche se stessi all'incontro con il Signore. C'era un'antica preghiera che diceva: “Signore, salvaci dalla morte improvvisa”, perché per un vero credente morire all'improvviso senza prepararsi all'incontro con sorella morte è considerato un grande pericolo. Un vero credente, imitando Gesù sulla croce che non volle bere nessuna bevanda anestetizzante per fuggire dal dolore, vorrebbe percorrere l'ultimo tratto della via in modo cosciente. Al contrario, «se si dovesse formulare una preghiera per gli increduli, non vi è dubbio che la supplica suonerebbe invece così: «Donaci, o Signore, una morte improvvisa e inavvertita». La morte dovrebbe avvenire repentinamente e non lasciar tempo alla riflessione e alla sofferenza» (card. Joseph Ratzinger). Signore, scampaci da ciò! Donaci di guardare la realtà della vita con lo sguardo aperto su ogni suo aspetto, anche quello della sofferenza e della morte. Saper pensare ogni tanto al momento ultimo ci serve non per avere paura ma per prepararsi bene vivendo bene, mettendo ogni cosa al posto giusto. E noi, in questo momento, abbiamo qualcosa da rimettere in ordine?

«La sofferenza è necessaria nella misura in cui ti fa rendere conto di ciò che non è necessario. Non sono le situazioni a farti infelice. Possono procurarti dolore fisico, ma non ti fanno infelice, i tuoi pensieri ti fanno infelice. Le tue interpretazioni, le storie che racconti a te stesso, ti fanno infelice» (Eckhart Tolle).

 

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