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TESTO Commento su Luca 9,7-9

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (25/09/2025)

Vangelo: Lc 9,7-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,7-9

7Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», 8altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». 9Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

Erode ascolta tutto ciò che dicono di Gesù e non sapeva cosa pensare, perché alcuni dicevano che Giovanni era risorto dai morti. Queste parole avevano gettato Erode nella confusione più totale ricordandogli il male anche aveva commesso «Giovanni, l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?» Chi ha commesso il male non vive una vita serena. Chi ha anche il minimo sguardo sulla propria coscienza vive nel rimorso, anche nella paura di essere scoperto; per questo vede nemici da ogni parte. Quando la nostra coscienza è infettata dal male noi manchiamo di un chiaro e sereno discernimento. È una cosa giusta e santa non prendere nessun provvedimento, nessuna decisione importante quando viviamo un momento di grande turbolenza. Le nostre decisioni sarebbero annebbiate dalle difficili situazioni che stiamo vivendo in quel momento. Accecati dalla rabbia, da un dolore, dalla confusione, non saremmo capaci di discernere la cosa giusta da fare. Questo vale per le decisioni più importanti ma anche per le decisioni più piccole inerenti le vicende di ogni giorno. Ad esempio, quanto ci farebbe bene nei momenti di lite a casa, tra amici, al lavoro non rispondere subito per evitare conseguenze peggiori. Non accade spesso che da una piccola cosa, un piccolo disguido, si creino situazioni veramente spiacevoli a causa delle parole di troppo? Prendiamo dunque un santo proposito: prima di parlare pensiamo e prima di pensare preghiamo!

«Nella nostra anima c'è la possibilità di avere due inquietudini: quella buona, che è l'inquietudine dello Spirito Santo, che ci dà lo Spirito Santo, e fa' che l'anima sia inquieta per fare cose buone, per andare avanti; e c'è anche la cattiva inquietudine, quella che nasce da una coscienza sporca. Proprio quest'ultima caratterizzava i due sovrani contemporanei di Gesù (Erode il Grande ed Erode Antipa): Avevano la coscienza sporca e per questo erano inquieti, perché avevano fatto cose brutte e non avevano pace, e ogni avvenimento sembrava per loro una minaccia. Del resto, il loro modo di risolvere i problemi era uccidere, e andavano avanti passando sopra i cadaveri della gente. Questa gente ha fatto il male, ma il male ha sempre la stessa radice, qualsiasi male: la cupidigia, la vanità e la superbia. Tutte e tre non ti lasciano la coscienza in pace, tutte impediscono che entri la sana inquietudine dello Spirito Santo, e portano a vivere così: inquieti, con paura. Perciò è importante pregare che il Signore ci liberi da queste tre radici di tutti i mali: la cupidigia, la vanità e la superbia» (Papa Francesco, 22 settembre 2016).

 

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