TESTO Commento su Luca 9,1-6
Missionari della Via Missionari della Via - Veritas in Caritate
Mercoledì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/09/2025)
Vangelo: Lc 9,1-6

1Convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. 2E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 3Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. 4In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. 5Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». 6Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
Gesù, con le bellissime espressioni di abbandono confidente di questo brano evangelico, ci indica la via della libertà di cuore: il non possedere i luoghi; la povertà che ti fa essere sempre bisognoso e aperto agli altri; la mitezza dei sandali che non possono farti correre lontano e ti obbligano a stare nelle situazioni. Se non acquisiamo questa libertà di vita pretenderemo sempre un tornaconto nelle famiglie come nelle relazioni comunitarie. Noi siamo chiamati a bussare nelle case, nei cuori di tutte quelle persone che incontriamo lungo il nostro cammino, anche se questo può comportare un rifiuto. In fondo anche questo rifiuto ha il compito di renderci più poveri, poveri dell'amor proprio. La tragedia più grave non è il fatto che possiamo sperimentare un rifiuto ma che Gesù non venga accolto. Tanta gente cerca la pace ma la cosa strana è che quando la pace viene annunciata viene spesso rifiutata! «Dire di no a Gesù, al suo amore, alla sua grazia, al suo Vangelo, questo è la vera tragedia. È più tragico rifiutare l'aiuto di Dio che essere nel peccato perché dal peccato con l'aiuto di Dio si esce. Noi abbiamo un potere: vanificare l'opera di Dio rifiutandolo» (don Fabio Rosini).
Che il Signore ci renda sempre più testimoni credibili, staccati dalle cose vane di questo mondo, artigiani di pace capaci di accoglierla, indicarla e costruirla. Certi che solo accogliendo Lui si accoglie la vera pace; pace intesa non come assenza di problemi, ma pace anche nei problemi, qualunque essi siano!
Da quel giorno la mia vita è cambiata
Intervista a Madre Teresa di Calcutta
«Un giorno, mentre ero nei quartieri poveri di Calcutta e stavo per ritornare nella mia stanza, ho visto una donna che giaceva sul marciapiede. Era debole, sottile e magrissima, si vedeva che era molto malata e l'odore del suo corpo era così forte che stavo per vomitare, anche se le stavo solo passando vicino. Sono andata avanti e ho visto dei grossi topi che mordevano il suo corpo senza speranza, e mi sono detta: questa è la cosa peggiore che hai visto in tutta la tua vita. Tutto quello che volevo in quel momento, era di andarmene via il più presto possibile e dimenticare quello che avevo visto e non ricordarlo mai più. E ho cominciato a correre, come se correre potesse aiutare quel desiderio di fuggire che mi riempiva con tanta forza. Ma prima che avessi raggiunto l'angolo successivo della strada, una luce interiore mi ha fermata. E sono rimasta lì, sul marciapiede del quartiere povero di Calcutta, che ora conosco così bene, e ho visto che quella non era l'unica donna che vi giaceva, e che veniva mangiata dai topi. Ho visto anche che era Cristo stesso a soffrire su quel marciapiede. Mi sono voltata e sono tornata indietro da quella donna, ho cacciato via i topi, l'ho sollevata e portata al più vicino ospedale. Ma non volevano prenderla e ci hanno detto di andarcene via. Abbiamo cercato un altro ospedale, con lo stesso risultato, e con un altro ancora, finché non abbiamo trovato una camera privata per lei, e io stessa l'ho curata. Da quel giorno la mia vita è cambiata. Da quel giorno il mio progetto è stato chiaro: avrei dovuto vivere per e con il più povero dei poveri su questa terra, dovunque lo avessi trovato»