TESTO Commento su Luca 8,19-21
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Martedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (23/09/2025)
Vangelo: Lc 8,19-21

19E andarono da lui la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 20Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». 21Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Per noi cristiani, per noi che siamo chiamati ad essere madri, fratelli e sorelle di Cristo, risuona forte nel cuore la domanda di Gesù: “Tu sei mia madre? Tu sei mio fratello? Tu sei mia sorella?” Quanto sarebbe bello rispondere con tutto lo slancio del cuore “Sì, Signore, lo sono!”. E davanti a questa grande chiamata, Gesù ci indica il modo per esserlo: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» Davanti a queste parole domandiamoci: “Conosco la Parola del Signore? È parte integrante della mia giornata? Mi accompagna, mi guida nelle mie scelte? «Ignorare le scritture è ignorare Cristo» scriveva san Girolamo. Perciò prendiamo il santo proposito di ascoltare, leggere costantemente il Vangelo del giorno, e non solo leggerlo ma soprattutto meditarlo, sforzandoci di metterlo in pratica nelle nostre scelte quotidiane. Lasciamo che la Parola di Dio setacci i nostri sentimenti, i nostri desideri, affinché tutto parta da Cristo e tenda a Lui!
«Sant'Agostino al culmine della sua lotta per la castità, sentì una voce che ripeteva: “Tolle, lege!”, prendi e leggi. Avendo con sé le lettere di san Paolo, aprì il libro deciso a prendere come volontà di Dio il primo testo su cui fosse caduto. Era Romani 13,13 s: “Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie...”. “Non volli leggere oltre, scrive nelle Confessioni, né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi di certezza, penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono”» (p. Raniero Cantalamessa).
«La Parola di Dio ha un valore performante, che non è solo fonte di informazione ma ha il potere di avviare dei processi in quanto fermento dinamico che muove la storia verso il suo compimento. Ecco allora l'importanza di renderci vulnerabili al Dio che parla, per permettere alla Sua Parola di mettere radici dato che all'ascolto della Parola da parte di chi sa lasciarsi scavare l'orecchio e penetrare il cuore è correlato il conseguimento della felicità. Non basta quindi utilizzare l'organo fisicamente deputato all'ascolto perché è il cuore, l'atelier dove uomo e donna confezionano le loro scelte, che rende capaci di relazione con Dio e il Signore è attento a questa tessitura di relazione tanto che ha creato la creatura umana capace di riconoscere nel suono la voce e nella voce la parola, e quindi il senso e il significato dell'esistenza... Nella società dei social media si preferisce la parola roboante mentre Dio, che parla e non si stanca di intercettare il cuore del suo interlocutore privilegiato, che è l'uomo, viene nel silenzio, che non è assenza di parola ma la conditio sine qua non affinché ci sia l'incontro» (Rosalba Manes).