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TESTO Commento su Luca 8,16-18

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Lunedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (22/09/2025)

Vangelo: Lc 8,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 8,16-18

16Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 17Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. 18Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

Il Vangelo di oggi ci presenta un'immagine che sembra scontata. Gesù dice che nessuno accende una lampada e la copre o la mette sotto un letto; fare ciò sarebbe davvero insensato! Eppure se Gesù arriva ad affermarlo, significa che noi saremmo capaci di farlo... Quando venne celebrata l'ultima Messa a casa di Chiara Corbella Petrillo vi era il Vangelo che parlava della luce e del candelabro, e alla domanda del sacerdote cosa fosse il candelabro, Chiara così rispose: “il candelabro è la croce!”. Davanti a queste parole noi vogliamo fare il nostro esame di coscienza e domandarci se, uniti a Cristo, cerchiamo di essere luce, o se pensiamo di esserlo ma senza nessuna testimonianza coerente al Vangelo; se pensiamo di essere luce lamentandoci quando vi sono le difficoltà della vita; se pensiamo di essere luce spargendo cattiverie. Il nostro essere cristiani si vede soprattutto nel momento della prova; Gesù non ci evita la prova ma in Lui diventa un'occasione per crescere e per testimoniare che in Lui tutto è possibile. Noi, infatti, non affrontiamo e misuriamo le difficoltà da soli ma con la grazia di Colui che ha dato la sua vita per noi. Il momento della croce è il momento in cui veniamo assimilati ancora di più a Gesù crocifisso ed è il momento in cui anche noi diveniamo luce per gli altri! Qual è la nostra croce in questo momento? Qual è la sofferenza che stiamo vivendo? Chiediamo al Signore la grazia che ci aiuti ad accoglierla e ad offrirla per il bene nostro e di tanti.

«In questo mondo dove siamo chiamati ad essere luce, non dobbiamo tacere il fatto che il buio, le tenebre, il male esiste. Lo vediamo, in tanti luoghi di questo mondo; ma lo vediamo anche - e questo ci spaventa - nella nostra stessa vita. Sì, nel nostro stesso cuore esistono l'inclinazione al male, l'egoismo, l'invidia, l'aggressività. Con una certa autodisciplina ciò forse è, in qualche misura, controllabile. È più difficile, invece, con forme di male piuttosto nascosto, che possono avvolgerci come una nebbia indistinta, e sono la pigrizia, la lentezza nel volere e nel fare il bene. Ripetutamente nella storia, persone attente hanno fatto notare che il danno per la Chiesa non viene dai suoi avversari, ma dai cristiani tiepidi. Come può allora Cristo dire che i cristiani - e con ciò forse anche quei cristiani deboli e spesso così tiepidi - sono la luce del mondo? Forse capiremmo se Egli gridasse: Convertitevi! Siate la luce del mondo! Cambiate la vostra vita, rendetela chiara e splendente!» (Benedetto XVI).

 

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