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TESTO Donaci la Sapienza del cuore

don Alberto Brignoli   Amici di Pongo

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (07/09/2025)

Vangelo: Lc 14,25-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 14,25-33

In quel tempo, 25una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: 26«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

28Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, 30dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. 31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. 33Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Riuscire a comprendere cosa passa attraverso i meandri della mente umana è veramente un'impresa. Facciamo davvero fatica a governare i pensieri che ci frullano per la testa, anche quelli causati da cose comprensibili, umane, giustificabili, come molte delle cose che ci capitano nella vita.

Poi però ci sono le cose che non dipendono da noi, le cose provocate da altri, i pensieri che altri hanno, riguardo le cose della vita: di fronte a un dato oggettivo, a qualcosa che accade, non tutti abbiamo la medesima reazione e non tutti lo interpretiamo nello stesso modo, e ci mancherebbe altro! E già qui, le cose si fanno più complesse, perché i punti di vista sono innumerevoli, e i pensieri che ne scaturiscono sono altrettanti. Ci facciamo davvero tutti quanti moltissime domande su ciò che ci accade nella vita: domande legittime, di fronte alle quali, tuttavia, non sempre riusciamo a darci una risposta, o quantomeno a rispondere in maniera plausibile.

E finché questi interrogativi e questi pensieri riguardano “le cose della terra”, “quelle a portata di mano”, delle quali - come ci dice l'autore del libro della Sapienza nella prima lettura di oggi - possiamo “a stento immaginarne il senso”, ci può stare. Ma come la mettiamo - prosegue il libro della Sapienza - quando cerchiamo di “conoscere il volere di Dio”, o quando cerchiamo di “immaginare che cosa vuole il Signore”? Chi, tra gli uomini, rivestiti di un “corpo corruttibile che appesantisce l'anima” e riparati sotto una “tenda d'argilla che opprime una mente piena di preoccupazioni”, è mai riuscito a “investigare le cose del cielo”? In parole povere: già comprendere cosa ci frulla in testa e cosa passa nella mente delle persone è un'impresa, figuriamoci a voler comprendere i pensieri e la volontà di Dio!

Eppure, lo facciamo. Chi di noi non si è mai chiesto, magari di fronte a situazioni spiacevoli e dolorose della vita, “cosa vuole Dio da me? Cosa pensa di fare Dio della mia esistenza e del mio operare?”. Chi di noi non si è mai domandato se quello che stava facendo corrispondesse o meno alla volontà di Dio o a un disegno di Dio su di noi? Chi, tra noi che ci diciamo credenti, non ha mai pensato se il cammino che ha intrapreso è quanto di meglio Dio ha pensato per lui? Chi non si è mai posto due domande su cosa significhi seguirlo e cercare di compiere la sua volontà, soprattutto quando costa? Ad ogni modo, se queste domande non ce le poniamo noi, arriva lui, un giorno o l'altro, a porci degli interrogativi: “Sei davvero disposto a seguirmi? Sai quanta fatica costa? Hai calcolato bene quanto sia impegnativo? Sai che per essere cristiano, cioè mio discepolo, devi caricarti una croce sulle spalle? Sai che io sono da amare più di ogni altra cosa bella della vita, dalle persone a te care fino alla tua stessa vita? Sai che per seguirmi fino in fondo devi rinunciare a tutto ciò che possiedi?”.

Gesù, questo, lo ha fatto, un giorno in cui si era accorto che la folla che gli andava dietro nel suo cammino verso Gerusalemme era numerosa: avendo intuito che molti lo seguivano più per convenienza che per convinzione, smise di guardare avanti, verso Gerusalemme, e voltandosi parlò chiaro a una folla che non aveva calcolato bene quanto fosse impegnativo fare la volontà di Dio, ovvero ben più che andare in guerra senza soldati o costruire una casa senza avere i mezzi a sufficienza.

Seguire Gesù non è così facile come si pensi: fare la sua volontà, men che meno. Anche perché la volontà di Dio è difficile da comprendere, ancor prima che da accettare e da eseguire. Per questo, l'autore del libro della Sapienza a più riprese nel corso della sua opera chiede a Dio il dono della sapienza e di uno spirito che viene dall'alto, capace di conoscere il volere di Dio e per questo ritenuto più prezioso di qualsiasi altro bene materiale che l'uomo possa desiderare di possedere. Una sapienza che - come ci dice il salmo responsoriale - ci insegni a “ritornare” in noi stessi e a “contare i nostri giorni”, e ci ricordi che la nostra vita - che crediamo tanto potente - è “come un sogno che svanisce al risveglio”, è “come l'erba che germoglia al mattino e alla sera è falciata e si secca”.

Permettiamoci anche noi, allora, di chiedere in dono al Signore quella sapienza che viene dall'alto e che ci aiuti a capire che cosa lui vuole da noi. Magari, così, smetteremo di avanzare pretese assurde, come quelle di voler entrare nel Regno di Dio senza meritarcelo, o di voler passare dal portone spalancato invece che dalla porta stretta, oppure di intestardirci a costruire qualcosa più grande dei nostri mezzi o di avventurarci in un'impresa senza averne le forze.
Preghiamo anche noi come il salmista:

“Donaci un cuore saggio, Signore. Forse così riusciremo a comprendere e ad accettare la tua volontà, soprattutto quando ci chiedi di ritornare in polvere e calcoli gli anni della nostra esistenza come il giorno di ieri che è già passato. Per te può darsi sia facile istruire gli uomini in ciò che ti è gradito: ma i ragionamenti di noi mortali sono timidi e incerti, e seguirti sulla via della croce amandoti più di quelle belle cose che tu stesso ci hai donato, di quelle meravigliose persone che tu stesso ci hai messo accanto, e delle piccole o grandi ricchezze che ci hai dato la possibilità di guadagnare con il sudore della nostra fronte...beh, credici: a noi costa parecchio”.

 

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