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TESTO Commento su Luca 14,25-33

padre Paul Devreux

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (07/09/2025)

Vangelo: Lc 14,25-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 14,25-33

In quel tempo, 25una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: 26«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

28Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? 29Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, 30dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. 31Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. 33Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Anche oggi molta gente cerca Gesù, va in chiesa, nei santuari. Basta vedere piazza San Pietro la domenica per constatare l'ampiezza di questa tendenza. Anche noi oggi siamo qui, ma Gesù vuole aiutarci ad approfondire le motivazioni di questa scelta.

Egli si voltò e disse loro: Si voltò perché normalmente cammina davanti, come una guida.

«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Sembra un discorso molto duro e presuntuoso, ma quello che Gesù dice, non è di non amare tutte queste persone, anche perché sarebbe in contraddizione con tutto il suo insegnamento. L'invito è quello di amare lui più di tutti, per potere amare tutti veramente, senza possessività, senza volere niente in cambio, come lui ama noi. Il discepolo ama come lui, gratuitamente.

Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. La mia croce, sono le difficoltà che incontro nel portare avanti la mia vocazione, che è sempre un servizio fatto per manifestare l'amore di Dio che ho ricevuto e che desidero condividere.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Questo è un invito ad avere buon senso e i piedi per terra. Ognuno di noi deve valutare, soprattutto durante gli anni della formazione, ma anche dopo, cosa è in grado di fare e cosa no. Per esempio, a me piacerebbe fare l'esegeta, ma non so né il greco, né l'ebraico e neanche il latino! Posso solo leggere quello che scrivono gli esegeti; niente di più. Questo vale per ognuno di noi. È intelligente saper riconoscere i propri limiti.

Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Un proverbio inglese dice: “Se non puoi vincere il tuo nemico, alleati”. È buon senso. Ma per quale motivo dovrei andare in guerra? A volte si vedono gravi ingiustizie, e vorremmo intervenire, ma difficilmente la guerra è una buona soluzione.

Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Questo è importante. Quali sono gli averi che m'impediscono di essere suo discepolo? Tutti quelli che m'impediscono di aiutare il povero, tutti quelli che mi costringono ad evitare ed emarginare l'altro. Tutto ciò che m'impedisce di amare.

Ma la vera domanda è: “Mi interessa essere suo discepolo o mi basta ascoltarlo ogni tanto e visitare i santuari?”.
Buona meditazione.

 

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