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TESTO Non la terra dell' arbitrio ma la terra della coralità

don Angelo Casati   Sulla soglia

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X domenica dopo Pentecoste (Anno C) (17/08/2025)

Vangelo: Lc 18,24b-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 18,24b-30

24Quando Gesù lo vide così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. 25È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!». 26Quelli che ascoltavano dissero: «E chi può essere salvato?». 27Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».

28Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito». 29Ed egli rispose: «In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, 30che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà».

Vorrei svicolare dal brano del vangelo, lo sento stretto; e forse ogni brano lo è, stretto; e che cosa c'è prima e che cosa c'è dopo? Riascolto l'inizio del brano; "Il Signore Gesù disse: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!"". Lette cosi, alle parole non sembra sfuggire un'ombra di perentorietà, quasi di durezza. Ma cosa era rimasto negli occhi di Gesù? Era rimasta - rimasta a farlo parlare con franchezza - la tristezza di un uomo, di un notabile, un osservante della legge, uno che, avendo molti beni, non se l'era sentita di vendere tutto e seguirlo.

E Luca per ben due volte ricorda che a far parlare Gesù fu la tristezza, la tristezza di quel notabile. Versetti omessi, riprendiamoli: "Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco. Quando Gesù lo vide così triste, disse: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio". Difficile, ma non impossibile. Difficile perché l'ossessione spasmodica per i beni della terra ti può chiudere l'orizzonte, diventi impenetrabile, di conseguenza tutto è giudicato dalla miopia della visione, dalla evaporazione dell'essere. E hai un bel chiederti come si possa non dare nome alle realtà più brutali: si vive con i propri cortigiani in giardini murati. Sul divario povertà ricchezza non è forse avvenuta una sorta di assuefazione? Metteva in guardia i politici papa Leone nel giorno del loro giubileo.

Disse: "Si tratta di adoperarsi affinché sia superata l'inaccettabile sproporzione tra una ricchezza posseduta da pochi e una povertà estesa oltremisura. Quanti vivono in condizioni estreme gridano per far udire la loro voce e spesso non trovano orecchie disposte ad ascoltarli. Tale squilibrio genera situazioni di permanente ingiustizia, che facilmente sfociano nella violenza e, presto o tardi, nel dramma della guerra. Una buona azione politica, invece, favorendo l'equa distribuzione delle risorse, può offrire un efficace servizio all'armonia e alla pace sia a livello sociale, sia in ambito internazionale". Difficile ascoltare i moniti per chi possiede ricchezze, o, forse meglio, per chi è posseduto.

Difficile, ma non impossibile, può accadere. Accadde - ed è Luca a raccontarlo - accadde lo stesso giorno, una cosa e l'altra, un ricco e un altro. Stando al racconto di Luca il dibattito con il notabile e con i discepoli fu per strada mentre ci si avvicinava a Gerico. Ed ecco che cosa accadde quando si giunse: "Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia".

Può dunque accadere ciò che sembra impossibile, non impossibile a Dio. Accade se uno, pur essendo ricco, è uomo del sicomoro, il suo sguardo non ha subìto estrema cattura per i beni della terra. Che ci sia un oltre? E che l'oltre non siano cose ma relazioni? Sale l'albero, una postazione che consenta di scorgere cosa c'è oltre, oltre le mura imponenti del proprio io. E' la salvezza, se uno gli prende desiderio di vedere le cose da un albero. Non è rattrappito, anche se basso di statura. E a salvare Zaccheo una curiosità dello spirito? Faccio ritorno al tratto di strada prima di Gerico, alla domanda, questa volta dei discepoli: "E noi che abbiamo lasciato tutto, che ne avremo?. E la risposta intrigante di Gesù "In verità io vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà". Della vita eterna abbiamo sempre detto. Ma del tempo presente? Lasci un possesso stre

tto e trovi il dono moltiplicato, trovi la fraternità, non la terra dell'arbitrio ma quella della coralità, non la guerra ma la pace. Zaccheo, ripristinando la giustizia, ritrova la festa, una casa in festa. Proprio ieri l'altro una persona a me cara - viene da un paese straniero - ricordava come oggi nel suo paese fosse cambiato il mondo: ricordava quando l'uscio era aperto, chi passava accolto, l'aiuto spontaneo tra i vicini, il far festa insieme. Niente di tutto questo oggi. Anche da noi. Ognuno sospinto a barricarsi; forse non tutto è progresso. Non sarà che, con l'orizzonte malato del possesso, abbiamo ferito la dignità, abbiamo perso la coralità, abbiamo spento la festa di cui parla il vangelo? E non sarà che, restringendo tutto ai libri contabili, siamo in pericolo di perdere il brusio dell'immensità? Ci serve un promemoria. Ha scritto un "Promemoria da attaccare alla porta del frigorifero" un cardinale, il cardinale José Tolentino Mendonça.

Ve lo leggo: All'ora del tramonto in cima alla collina fa attenzione a come le ortiche e i frassini resistono alla stagione secca parla con i viaggiatori ed esamina le loro lettere entra in contatto con le navi costiere di passaggio verso mercati lontani esamina l'abbaiare del cane e le impronte del cavallo insegui a perdifiato la nuvola e quando di lei resterà solo un colore non cessi di meravigliarti la sua volontà di ricominciare ogni volta di nuovo le folle si trastullano con i miracoli che accadono nei libri contabili tu cerca al contrario stelle distinte che trascinino sobbalzando il peso del tuo aratro.

 

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