TESTO La fiducia sta nell' alzarci
don Angelo Casati Sulla soglia
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Assunzione della Beata Vergine Maria - messa del giorno (17/08/2025)
Vangelo: Lc 1,39-55

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
46Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Piccoli frammenti. Piccoli. Nella festa dell'Assunzione, nella festa di Maria che si alza. Un primo frammento è fuori coro, è sgusciato da una fantasia. Voi sapete che Gesù un giorno disse ai suoi discepoli che nessuno, nulla, li avrebbe strappati dalle sue mani. Mi sono chiesto: chissà se un giorno l'avrà detto anche a sua madre. E se sì, con quanta sicurezza e quanta dolcezza negli occhi: "Nulla, potrà strapparti dalle mie mani. Nulla, nemmeno la morte". Lascio a voi invece ripercorrere uno dopo l'altro i passi di Maria verso i monti di Giuda e, l'indugio sulla porta di casa della cugina.
Non mi perdo l'inizio del brano, che me la svela ragazzina: "Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda". Si alzò, "anastàsa", in greco, alzatasi, e il verbo già odora di risurrezione. E subito è un rincorrersi di pensieri: si alzò quel mattino con i suoi sogni di adolescente; poi, ultimo giorno o ultima notte, trasvolò, anche se non sappiamo come, perché non c'è cronaca dell'assunzione, come non c'è cronaca della risurrezione. "Si alzò in fretta". In fretta è quando ti batte il cuore. Sì, la cugina cui dare aiuto, ma anche quel segreto che faceva subbuglio dentro. Aveva dato disponibilità all'inedito di Dio, ma troppo forte il bisogno di confidarlo a qualcuno.
Forse potremmo evocare due verbi del 'magnificat' per raccontare l'assunzione: "Ha guardato l'umiltà della sua serva... ha innalzato gli umili". Dio guarda, Dio innalza. Chi e che cosa guarda Dio? Chi e che cosa fa la commozione dei suoi occhi? Dove trova la vera nobiltà che lo incanta? "Ha guardato l'umiltà della sua serva". Per essere più fedeli al testo dovremmo tradurre: "ha guardato la condizione umile della sua serva". Una vita piccola, capite. Nulla di eccezionale, piena di grazia. Una vita piccola. Scorrete il vangelo, oltrepassate i racconti dell'infanzia, dove trovi Maria? In un brivido di attenzione al vino in una festa di nozze, poi in un eccesso di preoccupazione da madre per quel figlio che per la sua missione si spendeva al punto di non concedersi neppure il tempo di mangiare. Poi scompare.
Ultima apparizione, in piedi sotto una croce di malfamati, c'era suo figlio e un sussurro di parole. La vita di Maria ovvero il niente dell'apparenza, il niente del vistoso, il colmo della limpidezza. Le mille cose, luminose agli occhi di Dio, che fanno la vita di tutti i giorni. La vita piccola è piena, è colma, di umanità, e Dio vorrebbe che, come fa lui, anche noi le restituissimo tutta la dignità che le è dovuta. Accorpava fili e farine. Dava un goccio d'olio allo stoppino fiamma smorta, si perdeva a guardare lontano dalla porta, a volte il fruscio del vento le metteva sospetto di un ritorno dell'angelo. Non era. Il cuore allora le andava a Dio che bussa quasi sempre in incognito, lei dava sussulti alle sue parole nel cuore. E Dio ha occhi per la condizione umile, la vita piccola. Che non è - badate bene - una vita sbiadita, ridotta, senza sogni.
Il magnificat è un prorompere di sogni. E la curiosità, la stranezza, la poesia è che i sogni sono dati per avverati. Tu sei avanti. Sentite: "Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote". Qualcuno guardandosi intorno potrebbe pensare: ma dove mai, quando sembra di assistere invece a un trionfo spudorato di superbi e potenti? Ma poi ti prende la lucentezza degli occhi di Dio, hai un sussulto di disincanto e ritorni a far nido nelle parole di Maria sull'uscio della casa sui monti. Superbi e potenti, bolle di sapone, maschere del vuoto, fleboclisi del nulla, nemmeno un grumo che è un grumo di umanità.
Puoi, come fa Dio, sabotare i loro pensieri e rovesciarli dai troni della loro disgustosa supponenza. E innalzare altro nella tua vita, nei tuoi sogni, nella tua progettualità, ricostruire speranze, ricostruire umanità, dopo tanta sfigurazione dell'umano. Una vita piccola, la fede coraggiosa dei piccoli, la fede di Maria che, forse anche in un venerdì in cui il cielo si era fatto come di pece, andava ripetendo senza rinnegarle le parole della montagna di Giuda: "Ha guardato... ha innalzato". "Ha guardato l'umile condizione della sua serva; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili". Dava olio allo stoppino che sembrava tremare, per troppo buio. Un messaggio. E nel giorno dell'ultimo suo innalzamento faccio ritorno al racconto di Luca, a quell'alzarsi di Maria alle prime luci dell'alba, per puntare verso i monti. Fu inizio di salite. Mi sono detto che alzarsi è un verbo di fiducia, alzarsi per la vita, contro le depressioni, contro i disfattismi, contro la voglia di lasciar perdere.
Maria ci doni la fiducia dell'alzarci, nella memoria del suo ultimo luminoso alzarsi.