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TESTO I Cinque Misteri di Maria, "Arca della Nuova Alleanza"

diac. Vito Calella

Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa della Vigilia) (15/08/2025)

Vangelo: Lc 11,27-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,27-28

27Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». 28Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Il primo segno apparso in visione all'evangelista Giovanni, narrato alla fine del capitolo 11 dell'Apocalisse, è quello che sentiamo: «Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel suo tempio l'arca dell'alleanza» (Ap 11,19a). Nelle litanie della Madonna, Maria è venerata anche come "Arca della Nuova Alleanza".

L'Arca dell'Alleanza era una preziosa cassa di legno contenente le tavole dei dieci comandamenti, la verga di Aronne e un'anfora con manna del deserto. Dopo la costruzione del tempio di Gerusalemme, essa era custodita nel luogo più sacro e inaccessibile, chiamato "Santo dei Santi". Il popolo d'Israele credeva che Dio stesso fosse presente lì, nel suo tempio santo, attraverso la presenza dell'Arca dell'Alleanza, sormontata da un coperchio d'oro, recante le immagini di due cherubini. Nella visione teologica dell'evangelista Luca, Elisabetta accolse la cugina Maria come se fosse «l'Arca della nuova alleanza». Elisabetta e il bambino Giovanni, che cresceva nel suo grembo da sei mesi, gioirono quando ricevettero la visita di Maria, appena rimasta incinta per opera dello Spirito Santo. «Quando Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo, ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo. Con un forte grido, esclamò: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa posso io meritare che la madre del mio Signore mi venga a visitare?”» (Lc 1,41-43). Elisabetta riconobbe la presenza divina nel grembo di Maria, e noi facciamo lo stesso quando preghiamo l'Ave Maria. Lo Spirito Santo ispirò Elisabetta a contemplare la sua giovane cugina Maria, che venne a visitarla, come se fosse la nuova Arca dell'alleanza. Quella preziosa cassa di legno, custodita nel tempio di Gerusalemme, divenne il grembo di Maria, che accolse e si prese cura dell'amato Figlio di Dio Padre, il Verbo fatto carne. Il tempio di Gerusalemme fu sostituito dal corpo di Maria. Dio scelse di abitare non più in un tempio maestoso fatto di grandi pietre e decorato con materiali preziosi, ma nel corpo fragile e umile della giovane donna di Nazareth, promessa in sposa a Giuseppe, discendente di Davide. Il Figlio amato di Dio Padre trovò ospitalità nella persona fisica di Maria. La divina provvidenza permise a Maria di crescere in un ambiente di santità. Pur tentata dalle forze del male, agenti nel mondo; eppure, con l'aiuto dello Spirito Santo, fu preservata dalla pratica del peccato, che affonda le sue radici originarie nell'egoismo umano, cioè nel desiderio di essere autosufficienti e di definire il bene e il male senza confrontarsi con l'albero della vita della Parola di Dio. Maria riuscì a essere la vera "Arca della nuova alleanza" e, anche quando fu tentata, riuscì a vivere come Gesù senza mai peccare nella sua vita per cinque motivi, che potrebbero diventare i cinque misteri di Maria, "Arca della nuova alleanza".

1°: Maria fu educata nell'atteggiamento dell'umiltà e perseverò in questo atteggiamento fondamentale fino alla fine della sua vita.

Lo rivelò quando disse il suo "sì" all'annuncio dell'angelo e si definì "serva del Signore": «Ecco la serva del Signore. Avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38).

Riconobbe la sua umiltà di fronte alla grandezza della presenza e dell'azione di Dio nella sua vita cantando la sua lode: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente» (Lc 1,46-49). È sorprendente notare che, dopo la risurrezione di Gesù, nel tempo della Chiesa apostolica, Maria venga nominata una sola volta nel contesto della novena di Pentecoste in Atti 1,14. Dopo di ciò, cala il silenzio assoluto sulla presenza e l'attività di Maria nella Chiesa. La sua umiltà di madre del Signore si rivela nella sua scelta di farsi donna del silenzio, donna di una presenza ferma e viva, eppure nascosta nella storia delle prime comunità cristiane.

2°: Maria è stata educata nell'atteggiamento di ascolto perseverante della Parola di Dio.

Elisabetta pronunciò la prima beatitudine che troviamo nei Vangeli, ed è rivolta a Maria: lei è la beata poiché ha creduto nella potenza della Parola di Dio. «Appena il suono del tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,48-45). Il canto di Maria rivela la sua conoscenza delle Sacre Scritture dell'Antico Testamento. Il suo canto trae ispirazione dal canto di Anna, madre del profeta Samuele, in 1 Sam 2,1-10, dalle profezie di Abacuc 3,18 («Esulterò nel Signore, esulterò nel Dio della mia salvezza»), dalle preghiere dei Salmi (Sal 111,9; 103,17; 89,11; 107,9), dai canti del servo di JHWH in Isaia, dove il popolo d'Israele è chiamato anche «servo» (Is 41,8-9 citato in Lc 1,54), e dal libro della Genesi (12,3; 13,15; 22,18; 30,13).

Gesù esaltò indirettamente la sua amata madre Maria quando, «mentre egli parlava, una donna alzò la voce dalla folla e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e i seni che ti hanno allattato!”. Ma egli rispose: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”» (Lc 11,27-28). Intendeva dire: mia madre, l'Arca della nuova alleanza, che mi ha portato nel suo grembo e mi ha allattato, è il primo esempio di chi ascolta per primo la Parola di Dio e la osserva. Questo essenziale attaccamento alla Parola di Dio permise a Maria di sperimentare tutta la potenza protettiva, liberatrice, vivificante e santificante dello Spirito Santo, che la guidò nell'esercizio della sua libertà umana.

3°: Maria è stata educata ad appartenere a Gesù, diventando sua discepola.

Attraverso l'azione dello Spirito Santo in lei, Maria ha capito che suo figlio Gesù era un dono, ma non gli apparteneva. Lei era chiamata ad appartenere a suo figlio, al suo Signore! Fu educata a diventare discepola di Gesù Cristo, pur essendo e rimanendo la Madre di Dio. Maria ha imparato questo custodendo e meditando nel suo cuore tutto ciò che accadeva e tutto ciò che Gesù diceva (cfr Lc 2,19.51). «Arrivarono sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Attorno a lui era seduta una folla e gli dissero: “Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Egli domandò: “Chi è mia madre e i miei fratelli?”. Poi, voltandosi verso quelli che gli erano seduti attorno, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi fa la volontà di Dio, costui è mio fratello e mia madre”» (Mc 3,31-35).

Maria imparò ad appartenere interamente a Cristo in modo così perfetto che la risurrezione della sua carne fu anticipata nell'ora della sua morte, realizzando la promessa, riservata a tutti noi, cioè, che tutti coloro che diventano discepoli di Gesù, appartenendo a Lui, sperimenteranno anche la risurrezione del corpo, non solo dell'anima (1 Cor 15,20-27).

4°: Maria fu educata educata a contemplare il regno di Dio attraverso gli occhi dei più poveri e sofferenti.

La sua appartenenza a Cristo rese Maria uno strumento povero, disposto a collaborare alla realizzazione del Regno di Dio nella storia dell'umanità. Nella sua umiltà e come discepola di Gesù, imparò e sperimentò nella sua vita che il regno di Dio appartiene ai poveri e che Cristo risuscitato è vivo e presente nelle loro vite e in quelle dei sofferenti tanto quanto è realmente presente nel pane e nel vino dell'Eucaristia. Pertanto, il suo canto proclama l'esaltazione degli umili e l'abbondanza degli affamati.

5°: Maria imparò a diventare membro vivo della Chiesa missionaria che continua a generare e annunciare la buona novella del Dio di Dio nella storia umana.

Questo è il significato della visione della donna incinta, coronata di dodici stelle, che sta con i piedi appoggiati sulla Luna, mentre dà alla luce il Figlio di Dio in un contesto di grandi persecuzioni e sfide. Quella donna nell'Apocalisse rappresenta la Chiesa missionaria e allo stesso tempo esalta la Vergine Maria come stella dell'evangelizzazione, protettrice di tutti i missionari, presenza materna e amica che ci incoraggia a non rinunciare a far conoscere e amare il nostro Signore Gesù Cristo, in questo mondo turbato dal drago imperante dell'egoismo umano.

 

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