TESTO La Pasqua di Maria: la Bellezza, il drago, il corpo
Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa della Vigilia) (15/08/2025)
Vangelo: Lc 11,27-28

27Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». 28Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Forse Parigi. Venezia. Firenze. Istanbul. Barcellona. O forse Roma: Qual è la città più bella al mondo? E mentre vado a rivivere le immagini di città conosciute che hanno tracciato la percezione della bellezza, mi chiedo che cosa abbia reso «belle» quelle città, il perché abbia potuto respirare bellezza tra quelle piazze, invece che in altri luoghi. La risposta la trovo in Lei, in Santa Maria. Notre Dame, il ponte di Rialto e la Madonna dei Frari, Santa Maria del Fiore, Santa Sofia, Sagrada Familia, Santa Maria Maggiore: dove Maria è di casa, dove la città pone il suo cuore in un luogo a Lei dedicato, lì abita la bellezza. Maria è una donna bellissima, oggi è la festa di bellezza immensa. Non una bellezza volgare, neanche ostentata; non una bellezza estetica, neanche una bellezza seduttiva, bensì una bellezza trasparente, limpida, fresca come acqua che sgorga da una fonte di montagna. Oggi è la festa che mi riconcilia con la bellezza stessa: c'è una bellezza nell'anziano e nel bambino, c'è una bellezza nel povero e nel malato, c'è una bellezza nello straniero e nel pellegrino. Per nulla patinata, per nulla gridata, per nulla esposta, una bellezza tutta da recuperare: è intessuta di silenzio e di bene, capace di ascolto e di misura, una bellezza che non offende, ma che rende bello tutt'attorno. Il male si diffonde per contagio, infetta di cellula in cellula, ma il bene si irradia, illumina tutto ciò che sta intorno come un nuovo mattino. Lei, donna vestita di sole, è il nostro alfabeto della bellezza. Senza di Lei, il rischio è di abbruttirsi tutti quanti. Scrive Franz Kafka: «chi mantiene la capacità di vedere la bellezza, non invecchia mai». Per non invecchiare, siamo chiamati ad essere custodi di bellezza.
Oggi Maria ci chiede un qualcosa di faticoso e di duro, qualcosa che affronti il nostro impigrire: affrontare il drago rosso. Abita dentro di noi quel drago rosso. Lei, Santa Maria, ha vissuto la lotta, ha affrontato la battaglia, sa che cosa sia lo stare in piedi nel mezzo della guerra. Non contro un nemico, ma, come prima cosa, una battaglia con il nostro cuore tutti i giorni, la lotta spirituale quando noi sfuggiamo soprattutto a noi stessi, quando non accettiamo noi stessi, quando non ci lasciamo amare sul serio da Dio e nemmeno dagli altri. Lei, Santa Maria, quel drago rosso, ha saputo vincerlo, lo ha schiacciato. Ha saputo dare fiducia, ha saputo abitare nella Speranza. Il nostro drago rosso della malattia, il nostro drago rosso dei rapporti umani, il nostro drago rosso delle paure, il nostro drago rosso del non accogliere né noi stessi né chi sta accanto a noi, non sarà l'ultima parola.
Oggi Maria ci restituisce qualcosa che stiamo dimenticando: il nostro corpo, soprattutto la spiritualità del corpo. La solennità di oggi ci indica che noi non «abbiamo» un corpo, ma che noi «siamo» corpo: noi non siamo spirito e materia, ma siamo impastati di Terra e di Cielo insieme, il nostro corpo è il Tempio più bello che Dio possa abitare. Oggi è la festa che ci riconcilia con i nostri corpi: i corpi offesi, umiliati, violati, nascosti, non sopportati dai nostri adolescenti, i corpi mai perfetti di noi adulti, i corpi così alienati, i corpi esasperati. Questo nostro corpo narra di Dio, narra del nostro destino. Non sono sicuro che qualcuno tra noi vorrebbe ritrovare il proprio corpo, vorrebbe ritornare al proprio corpo nell'eternità: eppure, questo corpo è alfabeto di Dio, è luogo di salvezza, ci salva dai nostri deliri di onnipotenza, grazie al limite che è il corpo. Questo corpo, che io non ho scelto, mi indica un dono. Questo corpo è un compito da realizzare sempre, una grande sfida che richiede libertà, responsabilità e accoglienza da parte degli altri.
Oggi la liturgia intona i canti e la bellezza della Pasqua: è la Pasqua della Madre, di Maria. È il passaggio luminoso della bellezza, è il passaggio duro della vittoria contro il drago antico, è il passaggio stretto del limite del corpo. Oggi è la Pasqua che vive una donna, dopo quella del Figlio: dopo di Lei, sarà anche la mia Pasqua, la terza, il mio destino, il nostro destino. Allora, in questi brevi o lunghi giorni, posso già anticipare la vittoria, posso già vivere la Pasqua, posso già generare un po' di Paradiso tra le macerie attorno. Scrive Madre Teresa: «Non c'è momento migliore di questo per essere felice. Dietro ogni traguardo c'è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c'è un'altra sfida. Finché sei vivo, sentiti vivo. Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere». Maria, non lasciare perdere, perché altrimenti qui ci disperdiamo, ci disperiamo: vai avanti, indicaci il cammino.