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TESTO Commento su Luca 18,24b-30

don Michele Cerutti

X domenica dopo Pentecoste (Anno C) (17/08/2025)

Vangelo: Lc 18,24b-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 18,24b-30

24Quando Gesù lo vide così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. 25È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!». 26Quelli che ascoltavano dissero: «E chi può essere salvato?». 27Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».

28Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito». 29Ed egli rispose: «In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, 30che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà».

Davanti alla scena. che si è presentata ai discepoli di un tale pieno di grandi qualità agli occhi degli uomini, che non riesce a fare un salto di sequela, c'è disorientamento.

Una persona nei versetti che precedono il brano si era avvicinata a Gesù chiedendo, ma cosa fare per ottenere la vita eterna?

Il pedigree di questo sembra che funzioni. Il rispetto dei comandamenti alla lettera è per lui una garanzia che le cose stiano andando bene.

Quando Gesù gli chiede di fare un salto in avanti ecco le prime difficoltà.

La risposta del Maestro buono è di vendere tutto quello che ha e metterlo a disposizione dei poveri.

Chi si salva? Gesù rincuora affermando che ciò che può sembrare inspiegabile agli uomini è invece possibile a Dio.

Non sono le ricchezze vuol dire a salvarci, ma se queste diventano strumento al servizio dei fratelli e quindi di Dio stesso possono divenire vie di salvezza.

Gesù non condanna la ricchezza, ma condanna chi di questa fa un obiettivo primario della propria vita divenendone schiavo.

Nella relazione delle cose viene messa in discussione proprio il nostro essere liberi.

Mi ricordo anni fa all'inizio del mio ministero una donna mi chiese un consiglio, perché ricevuta una eredità ospitò nella casa avuta in successione la sorella e la figlia di questa che non sostennero nemmeno le spese ordinarie di riscaldamento e luce per molti mesi e dovendo affrontare pagamenti straordinari l'erede voleva almeno la restituzione di quelle somme che giustamente le sarebbero spettate.

Proposi di soprassedere e a non preoccuparsi e ricordo come questo consiglio mi disse questa persona l'aveva fatta sentire molto più leggera e da questo ho capito cosa voglia dire che le realtà materiali se assolutizzate appesantiscono la vita.

E' sempre edificante e l'ho toccato con mano la generosità di coloro che lasciano alle istituzioni benefiche laute successioni nella consapevolezza che, come dice Gesù, in altri passi evangelici occorre farsi amici con la disonesta ricchezza nella consapevolezza che questi tali ci apriranno le porte del cielo se avranno visto in noi il volto della misericordia di Dio e, convertendosi a Lui con tutto il cuore, avranno compreso che la vita va spesa per valori decisamente più alti di un buon conto in banca.

Il compito del discepolo è riuscire ad avere lo sguardo rivolto certo verso le cose di lassù, ma nello stesso tempo deve essere capace di volgere l'attenzione alle realtà terrene.

Allora potrà accorgersi del cento che c'è già su questa terra.

Dio non ci fa mancare niente e lo possiamo solo capire se viviamo liberi da preoccupazioni che non ci fanno toccare con mano la Provvidenza di Dio che si dona sempre in abbondanza.

 

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