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TESTO Il cristianesimo non è un edulcorante

don Michele Cerutti

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (17/08/2025)

Vangelo: Lc 12,49-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Se si pensa che la proposta cristiana è accomodante o una sorta di zuccherino, pieno di buone intenzioni con cui lastricare la propria vita, la Parola di Dio di questa domenica ci smonta in maniera sorprendente.

Una pagina evangelica che sembra far risuonare il capitolo 3 dell'Apocalisse quando l'angelo si rivolge alla Chiesa di Laodicea:

“Io conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu freddo o caldo! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca”.

Carissimi, la proposta cristiana ci spinge su trincee impegnative.

Gli evangelisti hanno chiaro le comunità che si trovano davanti sono quelle divise e lacerate dalle persecuzioni ad opera dei Romani da un lato e degli Ebrei dall'altro.

Questo comporta divisioni familiari. Giovanni lo dice chiaramente nel suo Vangelo quando, raccontando il miracolo del cieco nato, ci presenta i genitori che davanti ai farisei hanno paura esporsi perché il testo dice che si sarebbero potuto chiudere le porte della Sinagoga con tutte le conseguenze sociali che questo portava.

Nel corso dei secoli la Storia della Chiesa ci concretizza quello che vuol dire mettersi alla Sequela di Gesù e come questa sia impegnativa.

Santi che hanno trovato l'ostilità dei familiari. Pensate a San Francesco d'Assisi, a don Bosco con i fratelli, Edith Stein che abbraccia la fede cristiana e si trova la chiusura della madre.
Esempi sono veramente tanti.

In questi contesti di chiusure e di incomprensioni il cristiano è chiamato a essere segno luminoso.

Allora all'interno della propria famiglia, nel contesto lavorativo, tra gli amici e a scuola siamo chiamati all'impopolarità.

Un professionista mi raccontava qualche giorno fa' che era stato chiamato dai capi che gli avevano chiesto di aiutarli a licenziare un altro professionista per ridurre le spese dell'ufficio. In cambio un posto più alto con aumento di stipendio.

Mi ha rincuorato la risposta negativa data motivandola con minacce di licenziamento istantaneo dal posto di lavoro. Come si può dire a un collega con cui si vive in simbiosi molti aspetti professionali che si dà da fare che in anni di lavoro si è assentato 3 giorni per malattia e con un figlio malato che lo avrebbe licenziato?

La ritorsione è stata immediata con blocco della progressione carrierista e insinuando anche un po' di mobbing.

Questo è quello che propone il mondo compromessi su compromessi fino ad ingoiarti.

Altra proposta fatto a un altro è quello di farsi amico di un capo per ottenere una progressione lavorativa.

Vedete quello che il Vangelo ci presenta è la quotidianità in cui il cristiano è chiamato a misurarsi.
La soluzione è volgere lo sguardo alla Croce.
Gesù ha vissuto sul suo corpo la divisione dell'umanità.
Egli non si è esentato da tutti i contrasti.

La Croce diventa la misura dell'amore di Dio, ma anche il luogo in cui riversare le fragilità dell'umanità che ci circonda.

 

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