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TESTO Commento su Matteo 16,13-23

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Giovedì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (07/08/2025)

Vangelo: Mt 16,13-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Il testo di oggi è una sorta di verifica della vitalità della nostra fede che puntualmente ci raggiunge: «voi chi dite che io sia?»; come anche a dire: «chi sono per te?». A livello personale ed esistenziale, ognuno è chiamato a dare la sua risposta. In questo momento della vita, chi è Gesù per me? Che posto occupa nel mio cuore?

Pietro, illuminato dallo Spirito Santo, risponde per tutti azzeccando l'identità di Gesù; ma ci vorrà ancora un lungo cammino perché possa coglierne la portata ed il significato. Come a dire: possiamo anche sapere la dottrina su Gesù, ma non basta; possiamo avere imparato alcune nozioni ma non basta; così come nella vita quotidiana non basta sapere alcune informazioni su una persona per conoscerla. È soltanto aprendo il cuore a Gesù e camminando con Lui (dunque frequentando i sacramenti, meditando la parola, pregando) che potremo conoscerlo sempre meglio ed entrare in una crescente intimità con Lui. Ancor meglio, seguendo sant'Agostino, si può giungere ad un vero “sapere” e ad una profonda conoscenza del Signore solo aprendosi al rapporto amoroso con Lui. In fondo, è un po' come nelle relazioni tra noi: posso sapere delle cose su una persona ma non basta per conoscerla; posso anche stare con lei, ma se non le voglio bene, se non mi interessa davvero di lei, non andrò in profondità, non la conoscerò. È l'amore per il Signore, che suscita in noi lo Spirito Santo, che ci permette di conoscerlo personalmente, esperienzialmente. E, paradossalmente, è anche la via per conoscere noi stessi! Se ci facciamo caso, nel Vangelo è Gesù che rivela a Simone il suo nome (Pietro) e la sua missione. Come anche a dire: è il Signore che ci rivela a noi stessi. Ecco perché san Francesco pregava nel folto della foresta dicendo: “Signore, chi sei tu? E chi sono io?”. Come dice un salmo: «alla tua luce vediamo la luce». Sì, solo se viviamo alla luce di Cristo avremo luce per discernere, per capire sempre meglio chi siamo e per chi siamo, dunque ciò che siamo chiamati a vivere.

«Dice il Concilio Vaticano II che “il fermento evangelico suscitò e suscita nel cuore dell'uomo questa irrefrenabile esigenza di dignità”, tuttavia per vivere secondo questa dignità non basta conoscere il Vangelo né fare meccanicamente ciò che esso ci comanda. Abbiamo bisogno dell'aiuto dell'amore divino. Andiamo al Cuore di Cristo, il centro del suo essere, che è una fornace ardente di amore divino e umano ed è la massima pienezza che possa raggiungere l'essere umano. È lì, in quel Cuore, che riconosciamo finalmente noi stessi e impariamo ad amare» (Papa Francesco, Dilexit nos, 30).

 

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