TESTO Dov'è l' uomo?
padre Gian Franco Scarpitta Chiesa Madonna della Salute Massa Lubrense
XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (27/07/2025)
Vangelo: Lc 11,1-13

1Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
4e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».
5Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Una delle tante domande che si ponevano durante il famoso eccidio di Auschwitz era “Dov'è Dio”? Un interrogativo che si ripete anche ai nostri giorni, funestati da guerre, morte, distruzione di cui sono vittime tante persone innocenti. Sicuramente nella storia non viera stato un secolo più terribile come quello dei nostri ultimi cent'anni. Dov'è Dio, di fronte a tanto orrore? Una delle risposte che furono date al campo di concentramento consiste in un'altra domanda: “E l'uomo dov'è?” Mentre si piange l'assenza di un Dio giusto e apportatore di equità, poco infatti ci si domanda cosa fa' l'uomo per evitate tanto scempio e tanta distruzione. Ci si accanisce con un Dio in apparenza ingiusto e impotente, ma non con un uomo impenitente e sempre proclive al sangue e all'orrore. Una canzone di Califano diceva: “Io non piango quando scoppia una guerra... io piango quando casco nello sguardo di un cane vagabondo, perché ci somigliamo in modo assurdo.”
Quanto a Dio, si ritiene che sia davvero amore, bontà e provvidenza, tuttavia sempre ad Auschwitz si diceva: “Dov'è Dio? Eccolo lì, appeso a una forca.” Un Dio che soffre per l'uomo, che accompagna l'uomo nella sua vicenda di dolore e che fa' sua la sofferenza umana, racchiusa tutta in una croce. Kitamori in un suo famoso libro parla del “dolore di Dio” sulla croce: Dio soffre appeso al patibolo tutte le pene di coloro che dovrebbero essere in realtà vittime della sua ira, per i loro peccati. Anche questo concetto lo si prende poco in considerazione, quando ci si lamenta del male che imperversa nel mondo, nonostante l'esistenza di un Dio buono e recante giustizia. Cosa fai tu, uomo, per no crocifiggere continuamente Dio con il tuo peccato e con la tua malvagità?
Nella prima Lettura di oggi si rintuzzano questi concetti e questi interrogativi intorno all'atteggiamento umano: Dio potrebbe sterminare la città di Sodoma, iconica biblica del peccato, dell'infedeltà e dell'ingiustizia; nulla gli impedirebbe di avere ragione della malvagità di tutti quelle persone reprobe e perverse, e invece si mostra incline a risparmiare un'intera città per rispetto anche a soli dieci abitanti che si mostrano giusti e coerenti. Dio usa pazienza come mai l'uomo farebbe. E soprattutto ascolta la preghiera di intercessione di Abramo. Chissà... potrebbe anche essere proprio questo uno dei motivi per cui Dio non interviene risolutamente sulla malvagità umana: se dovesse irrompere nella nostra storia, dovrebbe necessariamente debellare tutta l'umanità, sovvertire tutto il sistema di convivenza già esistente, eppure lui è affascinato anche di una sola persona che si mostri onesta e integerrima rispetto a un'intera popolazione. E per rispetto ad essa usa pazienza verso tutta una città intera, anzi verso un'intera nazione. Dio del resto ama tanto l'uomo che esita a intervenire con approvazione, quando nell'animo di un solo soggetto allignano anche pochi sentimenti di bene e di giustizia. E' proprio di Dio salvare anche una sola parte di quell'uomo perverso. Risparmia la tragica fine a un'intera città (che comunque avrà la fine che merita), perché sa che in essa vivono pochissimi giusti e ne conosce nome, cognome, passato, presente e futuro. Così come provvide alle solo 8 persone della famiglia di Noè prima di mandare il diluvio sulla terra. Dio ama l'uomo ed è pronto a considerare anche il minimo del bene che può fare.
Dov'è l'uomo di fronte alla misericordia e all'amore di Dio? E' sempre lo stesso, quello che Quasimodo definiva ancora “quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo” anche se con il tempo usa armi sempre più distruttive. L'uomo che si ostina nella logica della ritorsione, dell'odio, della ricerca del guadagno a tutti i costi, così facendo distrugge se stesso e intanto accusa Dio di assenteismo e di ingiustizia. Non si autoaccusa mai delle cattiverie e delle ingiustizie che lui stesso commette nei confronti di Dio, misconoscendolo nel prossimo.
Da parte del Signore, l'atteggiamento invece è sempre stato quello della pazienza e dell'ascolto. Se una persona importuna disturba un amico nottetempo e questi, pur di liberarsi dal fastidio, lo asseconda nelle sue richieste, Dio non viene mai importunato quando lo si prega e quando si conversi con lui nell'orazione profonda e spontanea: a lui non da' alcun fastidio quando gli rivolgiamo anche un'orazione di richiesta, un'espressione fiduciosa che ci esaudisca in un desiderio. Del resto chiedere vuol dire anche riconoscere la Provvidenza. E Dio è sempre pronto e propenso all'ascolto, vigile e ben disposto quando con fede ci si rivolge a lui
Ci domandiamo: perché tante volte non viene esaudita la nostra richiesta, mentre sembrano essere immediatamente "esauditi" i desideri di spacconi non credenti ai quali non sembrano essere riservate sventure, lotte e difficoltà? La domanda più pertinente sarebbe questa: “Perché Dio non si adatta ai nostri tempi, perché non segue i nostri parametri e non ci obbedisce?
A ben vedere, non ci si lamenta del mancato intervento di Dio o della sua presunta assenza, ma si pretenderebbe che Dio agisse immediatamente, ovvero secondo i nostri tempi che sono ben diversi dai suoi. E inoltre che si adattasse alle nostre volontà, ai nostri parametri di giustizia. Dio è eterno e per lui mille anni sono come un giorno solo (Sal 90, 4), i suoi tempi sono diversi e non lascia deluse le nostre attese. Dio ascolta sempre la nostra orazione, anche quando ci sembri lontano e indifferente e inoltre provvede da vero Padre alle nostre reali esigenze e necessità. Gesù ci rivela una divinità paziente, umile e capace di compatire perché essa stessa è stata asservita alle malignità dell'uomo, percossa dalle sue refrattarietà e dalle ostinazioni di coloro che lo hanno voluto uccidere sulla croce. Ci rivolge l'invito a guardare a un Dio Provvidenza nel senso propriamente “suo” e non nostro, capace di concederci quello che a noi veramente occorre ancor prima di ogni necessità materiale o spirituale e senza il quale nulla è possibile conseguire: lo Spirito Santo.
Dopo il Figlio di Dio, lo Spirito è il dono più esaltante che il Padre ci abbia potuto dare, per la nostra vita e per il conseguimento dei nostri obiettivi. L'unico in grado di farci comprendere che la volontà di Dio vale più di ogni nostro desiderio e che nessun desiderio personale è mai possibile a realizzarsi senza che si compia in noi la Sua volontà e non la nostra.
Ecco perché Gesù ci invita a una preghiera intima e filiale con Dio, considerato come Padre provvido e attento, che non manca di risparmiarsi per l'uomo.