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TESTO Il primato dell' ascolto per perseverare “in Cristo”

diac. Vito Calella

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (20/07/2025)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

In quel tempo, 38mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Primato della carità o primato dell'ascolto?

Per interiorizzare e praticare efficacemente il comandamento dell'amore, nel Vangelo di Luca troviamo due testi che non hanno paralleli negli altri Vangeli: la parabola del Samaritano, che «si fece prossimo dell'uomo caduto nelle mani dei briganti, mostrandogli misericordia», dopo che il sacerdote e il levita «videro l'uomo e passarono oltre» (cfr. Lc 10,30-37). Poi Luca racconta l'episodio inedito dell'ospitalità di Marta e Maria, senza nominare Lazzaro, il giorno in cui Gesù e i suoi discepoli passarono per Betania (Lc 10,38-42). Dommenica scorsa abbiamo contemplato la sequenza delle dieci azioni del samaritano e oggi ammiriamo la generosità di Marta nello svolgere tutti i compiti necessari per un'ospitalità dignitosa; Così, impariamo il primato della carità nella bellezza e nella fatica di prendersi cura del benessere degli altri.

Il primato della carità è il modo migliore per praticare il comandamento di «amare il prossimo come se stessi» (Lc 10,27b).

Possiamo anche aggiungere la testimonianza di Abramo e Sara. Nella prima lettura di questa domenica ci viene offerto il racconto della visita del «Signore» stesso sotto forma di tre pellegrini che apparvero «ad Abramo presso la quercia di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: “Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo”» (Gn 18,1-3). Abramo ordinò a Sara di lavare i piedi agli ospiti, di cuocere il pane e la carne di vitello, mentre lui offriva il latte e stava «in piedi presso di loro» per farli sentire a loro agio nella sua casa. Sara svolgeva il suo servizio di ospitalità senza apparire, senza presentarsi ai tre pellegrini.

In Sara vediamo il primato del servizio fatto in segreto, con umiltà e dedizione silenziosa.

Il Vangelo di questa domenica sottolinea il primato dell'ascolto della Parola di Dio, come opzione prioritaria per mettere in pratica il comandamento di «amare il Signore nostro Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la forza e con tutta la mente» (Lc 10,27a).

Gesù fu chiaro con Marta, dicendo: «Di una sola cosa c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore e non le sarà tolta» (Lc 10,42). La pratica della misericordia, il prendersi cura degli altri attraverso l'ospitalità, le opere di carità: tutto questo è essenziale per renderci concretamente «prossimi» agli altri.

Tuttavia, questa priorità della carità, della misericordia e dell'ospitalità non può essere sostenuta senza il primato dell'ascolto della Parola di Dio. Identificandoci nella figura di Maria, facciamo la scelta quotidiana dell'incontro orante con la Parola di Dio per centrare sempre più la nostra esistenza sul mistero della morte e della risurrezione di Gesù, per vivere la nostra vita quotidiana “per Cristo, con Cristo e in Cristo” e offrirla al Padre con gratitudine, insieme a Lui nel Santissimo Sacramento dell'Eucaristia, le nostre relazioni caratterizzate dalla gratuità dell'amore divino, grazie all'azione dello Spirito Santo che opera nella nostra corpereità vivente.
Il primato dell'ascolto è per noi perseverare «in Cristo»

Maria ebbe il privilegio di diventare discepola del Maestro Gesù di Nazareth, perché l'esperienza di sedersi ai suoi piedi, ascoltando le sue parole, valeva molto di più di tutti i gesti concreti di ospitalità offerti da Marta. Maria si sentì soprattutto “ospitata” da Gesù come sua discepola e come figlia amata di Dio Padre. Non sappiamo nulla del contenuto delle parole di Gesù in quell'occasione. Sappiamo invece quanto profonda divenne l'amicizia di Gesù con Marta, Maria e Lazzaro. La comunione di Maria con Gesù la si può contemplare meglio nel suo atto meraviglioso di «ungere i suoi piedi con nardo puro e asciugarli con i suoi capelli» (Gv 12,3) dopo il miracolo di Gesù di riportare in vita suo fratello Lazzaro.

Immaginiamo l'apostolo Paolo che «si allieta nelle sofferenze che sopporta [per la comunità cristiana] e per il compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella sua carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (cfr. Cl 1,24).

Oggi, la stessa esperienza del primato dell'ascolto della Parola di Dio, fatta da Maria, sorella di Marta, ci viene offerta grazie all'instancabile lavoro dei nostri vescovi, presbiteri, diaconi, catechisti, animatori di circoli biblici e teologi, che, come l'apostolo Paolo, non risparmiano sforzi per servire la Chiesa con l'essenziale opera missionaria dell'evangelizzazione. Anche i nostri evangelizzatori, come San Paolo, «servono la Chiesa esercitando l'ufficio affidato loro da Dio di trasmettere a tutti la parola di Dio nella sua pienezza: il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora rivelato ai suoi santi» (Cl 1,25-26). In che cosa consiste questo “mistero”, che è accessibile a tutti noi quando scegliamo di ascoltare la Parola di Dio proclamata in ogni celebrazione liturgica, pregata e meditata nei più svariati incontri biblico-catechistici?

È il mistero della «presenza di Cristo in noi, speranza della gloria» (Cl 1,27b).

Chi evangelizza e chi è evangelizzato vorrebbe sentire dentro di sé che sta diventando sempre più «perfetto nella sua unione con Cristo» (Col 1,28b)! L'evangelizzatore lo sente «ammonendo tutti e insegnando a tutti, con ogni sapienza» (Col 1,28a); l'evangelizzato perché ha imparato a fare la scelta di dedicare tempo prezioso nella sua vita quotidiana all'ascolto orante della Parola di Dio.

Pertanto, più ci innamoriamo dell'ascolto orante della Parola di Dio, più centriamo la nostra vita sul Santissimo Sacramento dell'Eucaristia. Attraverso l'azione dello Spirito Santo, Cristo risuscitato si rende presente con il suo corpo e il suo sangue nelle specie del pane e del vino, per farci sperimentare tutta la potenza trasfigurante e liberatrice della sua morte e risurrezione e per renderci membra vive del suo corpo ecclesiale, in modo che fuori dalla chiesa, dopo la santa comunionea, possiamo «camminare senza colpa, praticare la giustizia e dire la verità che abbiamo nel cuore, senza spargere calunnie con la nostra lingua. Non vogliamo fere danno al nostro prossimo e non lanciare insulti al nostro vicino. Ai nostri occhi è spregevole il malvagio, ma vogliamo onorare chi teme il Signore. Non prestiamo il suo denaro a usura e non accettiamo doni contro l'innocente» (Sal 14,2-5a).

 

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