TESTO Commento su Matteo 13,44-46
Missionari della Via Missionari della Via - Veritas in Caritate
Mercoledì della XVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (30/07/2025)
Vangelo: Mt 13,44-46
Davanti alle parabole di questi giorni è chiaro il messaggio di Gesù: il regno chiede radicalità. È come se Gesù ci chiedesse l'intelligenza spirituale di custodire nella vita le cose veramente importanti: «Non accumulate tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov'è il tuo tesoro, là è anche il tuo cuore» (Mt 6,19-21). Il Signore ci richiede che il nostro cuore si trovi nelle cose importanti, custodisca il regno di Dio, la Sua presenza.
È proprio la vita di Gesù l'unico motivo valido per lasciare tutto! Non si tratta di un evento estemporaneo, per cui all'inizio del mio cammino rinuncio a qualcosa per poi procurarmela a tempo debito, ma si tratta di condurre una vita che dica che Dio viene prima di tutto, una vita che riveli veramente da dove deriva la nostra gioia. Nelle nostre case, amicizie, nei nostri affetti, amori, lavori, nella nostra vita, si evince dov'è il nostro cuore? Non sarà che il nostro cuore è nel cibo, in relazioni disordinate, nei nostri beni, nel nostro lavoro e non nel regno di Dio? Quando qualcuno ti incontra, si accorge che hai trovato un tesoro? Lo intravede nella tua gioia? Il Vangelo ci dice: «un uomo trova un tesoro...e va pieno di gioia».
«Così è per il Regno di Dio: chi lo trova non ha dubbi, sente che è quello che cercava, che attendeva e che risponde alle sue aspirazioni più autentiche. Ed è veramente così: chi conosce Gesù, chi lo incontra personalmente, rimane affascinato, attratto da tanta bontà, tanta verità, tanta bellezza, e tutto in una grande umiltà e semplicità. Cercare Gesù, incontrare Gesù: questo è il grande tesoro» (Francesco).
L'esempio del poverello di Assisi: «Era divenuto l'uomo più libero del mondo. Nessun legame lo vincolava. Non poteva perdere nulla perché nulla possedeva...Francesco non possedeva vestiti, né tetto; non aveva più né padre né madre...né prestigio, né stima della città, né amici. E qui, nella terra spoglia e nuda nasce e cresce alto l'albero fiorito della libertà... Quando non si possiede nulla, Dio diventa tutto. Dio lo si trova sempre nel centro. Quando cadono tutti i rivestimenti, appare Dio» (Ignacio Larrañaga).