TESTO Commento su Matteo 13,24-30
Missionari della Via Missionari della Via - Veritas in Caritate
Sabato della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (26/07/2025)
Vangelo: Mt 13,24-30
Le parabole sono il modo di Gesù di spiegare alcune verità, lasciando spazio anche a diverse interpretazioni, ma rimanendo ancorato alla realtà. Nella parabola di oggi è evidente che un buon contadino si è adoperato a seminare buon grano per averne frutti mangiabili. Eppure, esiste un tempo in cui ciò che ha seminato è nascosto a tutti, tanto da dare adito a interpretazioni; lo dimostra la sorpresa finale: il campo non produce solo grano, ma zizzania, al punto che i servi andarono dal padrone credendo che fosse lui l'autore di un tale spreco: “non hai seminato del buon grano?”. Come succede abitualmente, una volta che il male emerge si cerca subito il colpevole. Questa è un'opera comune nel mondo, nel quale troviamo tutte le scuse per dividerci. Spesso sentiamo dire: “se hai operato bene, allora perché quella persona della tua famiglia o nella comunità si è comportata male? L'albero non si vede dai suoi frutti?”. Il padrone consapevole di aver seminato buon seme risponde chiaramente: “E' stato un nemico!”. Si può scoprire, così, che qualcuno nel momento di nascondimento ha seminato qualcosa di cattivo. Ogni opera del male utilizza il tempo del nascondimento e l'arte del nascondimento. Il male opera ordinariamente di nascosto e usando la manipolazione, la menzogna! Perciò come il contadino saggio dobbiamo aver chiaro che non tutto poggia sulle nostre spalle, che non possiamo far nostra l'ottica comune del perfezionismo e del capro espiatorio, per cui la realtà ha una sola prospettiva e se c'è qualcosa che non funziona bisogna cercare il colpevole in chi “coltiva il campo”. Sono tutte modalità che rompono la fraternità, perché nel momento in cui emerge la zizzania si svaluta il buon grano e l'operato di chi coltiva. La ricerca del perfezionismo porta a individuare il colpevole di una riuscita non ideale. Si dimentica però di notare che nel campo c'è il buon grano! Il mondo nota solo l'imperfezione, la zizzania. Perciò capita che appena si viene a sapere che in una comunità o in una famiglia c'è un problema si giudica tutto come insano. Essere consapevoli dell'esistenza del male ci dà la certezza che spesso si deve accettare che proprio nel campo buono coesistano delle ambiguità, il male non riposa mai. Ciò ci deve far essere maturi nel discernimento, non valutando le cose attraverso una perfezione mondana che non esiste. Ci sarà poi il discernimento finale, e la zizzania verrà estirpata e la verità smaschererà chi ha seminato nel nascondimento, ma questo spetta a Dio che conosce cuori e intenzioni. A noi serve accettare che nel tempo del nascondimento qualcuno ha operato, essere consapevoli che opera anche il male. Accettare l'ambiguità però non vuol dire accogliere il male, ma custodire il bene, non permettere che con la zizzania venga strappato ciò che di buono è stato fatto. Questo è sempre un nostro compito, operare un discernimento possibile e che custodisca il bene che c'è. Non possiamo pensare di vivere rassegnati all'ambiguità, ma possiamo riconoscere bene cosa c'è nel campo e custodire con maturità il buono, consapevoli di aver seminato bene. Spesso nel nostro cuore qualcuno semina zizzania, come nelle comunità e nelle famiglie, ma ciò non ci deve far spaventare o far chiudere, ma ci deve far custodire il buono, partire sempre dal grano, tollerare la zizzania fino al tempo della mietitura.