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TESTO Commento su Matteo 13,10-17

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Giovedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/07/2025)

Vangelo: Mt 13,10-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

La differenza fra un cuore aperto a Dio e uno chiuso è evidente nelle opere che produce. Il primo provoca una gioia grande, una beatitudine. Chi chiude il cuore invece, non vede, non ascolta e non comprende, diventa insensibile. È tanto vero questo che è proprio un'opera del male quella di portarci all'insensibilità a non sentire le cose secondo Dio. Il male lo fa ricordandoci i nostri peccati, il fatto che, anche se abbiamo seguito il Signore, potremmo ritornare ad essere come prima, oppure che forse il peccato ci piace più della vita che ci propone Cristo, oppure ci provoca allo scoraggiamento e ci fa dimenticare le grazie ricevute. Ecco il dono di capire il linguaggio di Dio è proprio quello di sapere che ci è proposta un'abbondanza nonostante la nostra fragilità. La proposta di Cristo è per la pienezza! Solo vivendo ciò sapremo far “cantare” la nostra vita di gioia, per la misericordia del Signore e per i suoi doni. Santa Teresina diceva a un abate a cui scriveva: «Il ricordo delle mie colpe mi umilia, mi induce a non appoggiarmi mai sulla mia forza che non è che debolezza; ma ancor più spesso questo ricordo mi parla di misericordia e amore» (LT247). La grazia ricevuta sovrabbonda al punto che invece di continuare a odiarsi si comincia a “dimenticarsi”, senza dare udienza al passato, facendo rivivere la cecità che gli appartiene. È brutta la vita di coloro a cui non è dato di comprendere, che si chiudono nella superficialità, nel peccato o nel rimestare i peccati o nello scrupolo eccessivo e paralizzante. È brutta la vita di chi non si è mai aperto all'ascolto di Dio e non riceve quell'abbondanza di grazia, un cuore che capisce le cose di Dio. Come è brutta la vita di chi si condanna all'insensibilità, di coloro che odono ma non comprendono, guardano ma non vedono e coltivano infelicità. Questi si perdono la beatitudine di chi ha ricevuto un dopo più grande di quello dei profeti e di tanti giusti che hanno desiderato vivere in Dio e ascoltare la Sua Parola.

«Un amico mi aveva accolto a casa sua nel 1937 e mi dette un libretto in francese sulla vita e i pensieri di santa Teresina di Lisieux, che portai in camera. Apertolo a caso, lessi il seguente pensiero: “Anche se avessi sulla coscienza tutti i peccati che si possono commettere, andrei con il cuore rotto dal pentimento e mi getterei tra le braccia di Gesù...” (C 36). Che meravigliosa ragazza! Giudicando dalle sue parole, nemmeno un uomo come me può dunque mancare di speranza. Chiesi a Yuan se ne possedesse un'opera più completa su santa Teresina ed egli mi diede Storia di un'anima, l'autobiografia della santa, che lessi subito, rimanendone tanto impressionato [...] Santa Teresina mi sembrò unire in se il cuore di Bhudda, le virtù di Confucio e il filosofico distacco di Lao Tze. Ed era una giovane suora, morta a ventiquattro anni, ad avere raggiunto tanta perfezione! Come spiegarlo? Come avrebbe potuto sviluppare in modo così completo la sua personalità se non avesse fatto parte del Corpo mistico di Cristo? Quel libro mi fede prendere la decisione di farmi cattolico. Il mio cuore era toccato dalla grazia» (John Cg. Wu).

 

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