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TESTO Commento su Matteo 10,34-11,1

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Lunedì della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (14/07/2025)

Vangelo: Mt 10,34-11,1 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Ci fa strano sentire che Gesù non è venuto a portare la pace, ma addirittura la spada e la divisione. Questa immagine in realtà è bellissima perché ci mostra come l'essere cristiani non invita a una remissività rispetto ai mali del mondo, tanto che seguire Cristo comporta una radicalità che spesso tocca anche le relazioni. Lo sapevano bene i cristiani del I secolo che spesso si trovavano a dover attraversare divisioni familiari e sociali per la loro fede. La priorità che chiede il Signore è operare la carità nella verità, cioè amare profondamente e realmente nelle nostre scelte. Queste parole avranno consolato molti cristiani che pativano divisioni, che non venivano capiti o accolti, che dovevano stabilire delle priorità e chiedersi che posto aveva Dio nella loro vita. Tutto ciò è fondamentale anche per noi che ci troviamo di fronte a una spada quando dobbiamo decidere se fare guerra alle opere del male, agli imbrogli, oppure utilizzare il buonismo, cioè la finta bontà di chi non sceglie mai il bene. Dio ci vuole realmente buoni, cioè capaci di invertire la rotta, di prendere posizione davanti alle ingiustizie e alle guerre, di portare la pace nelle nostre case e nella società, riuscendo anche a pagare di persona. Dio ci invita a seguire il suo esempio, a saper morire d'amore, sapersi fare dono per il mondo, anche se ciò venisse contrastato. La fede cristiana ci invita a vivere in pieno, a scegliere, ad affermare il bene, senza rimanere nella tiepidezza.

«La “spada” è intesa come simbolo delle divisioni inevitabili e necessarie che emergono rispetto a logiche che perpetuano l'ingiustizia. [...] Lungi dall'essere simbolo di distruzione o morte la metafora dice il discernimento portato dalla parola di Dio sulle ipocrisie, sugli inconfessabili interessi economici, sulle commistioni opache dei poteri. A livello personale e sociale l'incontro con la parola di Gesù e le sue esigenze radicali non può lasciare indisturbati. Le scelte evangeliche sono ben distanti dalla indifferenza, passività o rassegnazione con cui anche in questi nostri giorni, a partire dalle classi dirigenti dei vari paesi europei, si assiste agli scontri senza riuscire a proporre via alternative. Questo detto di Gesù non giustifica gli eccessi di legittima difesa, ma sfida le comunità cristiane a considerare come vivere la propria fede in contesti sociali e culturali complessi e invita tutti a prendere una posizione, ad esercitare il discernimento, a fare pressione in tutte le sedi perché quelle istituzioni nate per dirimere conflitti ripudiando la guerra ritrovino le vie dell'intermediazione» (Emanuela Buccioni).

 

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