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TESTO Commento su Ger 17,5.7

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Giovedì della II settimana di Quaresima (16/03/2006)

Brano biblico: Ger 17,5.7 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Dalla Parola del giorno

Maledetto l'uomo che confida nell'uomo [...] e dal Signore allontana il suo cuore[...]. Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia.

Come vivere questa Parola?

Il profeta Geremia ovviamente non vuole formarci alla reciproca diffidenza. Tutt'altro! Vuol fare chiarezza. La tentazione di allontanare il nostro cuore da Dio presumendo di poterci gestire e salvare in autonomia è una tentazione sottile e sempre presente. Anche per quelli che conducono una vita buona, dentro i parametri della legge di Dio. Sì, si fanno le cose che si devono fare, travolti dalla corsa assillante del tempo. La preghiera, se c'è, è affrettata e priva di quella partecipazione consapevole che viene dal pregare non solo con le labbra ma col cuore. E dentro le varie attività è più in gioco la gloriuzza dell'ego che la sincera ricerca della gloria di Dio e il bene, il vero bene dei fratelli. La conversione del cuore, questo aspetto fondamentale della quaresima è qui: giocarsi dentro l'impegno a solidarizzare con chi è nel bisogno: bisogno di comprensione, di aiuto, bisogno di uno sguardo amorevole, di un sorriso, di un mio dono, frutto di una mia rinuncia. E tutto questo avvalendosi certamente di mezzi umani, senza però ritenerli l'indispensabile sostegno che è solo Dio.

È sulla forza che mi viene dall'amore di Gesù crocifisso e risorto che oggi rifletto in quiete contemplativa. È dunque una presenza d'amore a cui mi rifaccio continuamente nel mio progettare e operare il bene? O Gesù rimane emarginato, quasi uno stereotipo religioso di cui, in sostanza, non faccio affidamento?

Signore Gesù, che in questo tempo forte di quaresima la Chiesa più che mai m'incoraggia a contemplare, approfondisci e rendi vero in me l'atteggiamento della piena fiducia in te e nel Padre e nello Spirito Santo.

La voce dei primi secoli

Dio, che in passato ci mostrò l'impotenza della nostra natura per raggiungere la vita, e nel presente ci mostra il Salvatore che è in grado di salvare tutti, vuole che noi – per queste due prove - ci fidiamo della sua bontà, e lo riteniamo nostro sostentatore, padre, maestro, consigliere, medico; nostra luce, nostra mente, nostro onore e gloria, nostra forza, nostra vita, sicurezza per il cibo e il vestito.
Discorso a Diogneto

 

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