TESTO Commento su Giovanni 16,12-15
Santissima Trinità (Anno C) (15/06/2025)
Vangelo: Gv 16,12-15

«12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Per vita eterna s'intende una vita dopo la morte, ma soprattutto una piena comunione con Dio, alla quale posso puntare sin da oggi.
Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Fa questa domanda perché per loro il prossimo era solo l'ebreo. Ma questa è una domanda che interpella anche me e tutti.
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. È bene rendesi conto che quest'uomo posso essere anche io. Sono tante le cose che possono succedere e far sì che da un momento all'altro sei dall'altra parte della barriera. Emarginato, solo, così brutto da fare paura. Basta un incidente, una malattia, una litigata o un problema economico. Mettiamoci nei panni di quest'uomo. Cosa vivo? Oso sperare in un aiuto? Me lo merito?
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Attenti a giudicarli! Quante volte lo faccio anche io? Quante volte faccio finta di niente e mi giustifico con tanti ragionamenti? Facile dire che gli altri dovrebbero intervenire ma io non posso.
Invece un Samaritano, Un samaritano per loro, era uno di quelli da non aiutare e da evitare. Chi sono i samaritani per me? Eppure, nel bisogno, rischio di scoprire che è proprio lui ad aiutarmi.
che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli passa accanto, non cambia marciapiede. Lo vide, non fa finta di niente. Ha compassione, si mette nei suoi panni. Non da priorità al suo bisogno, al fastidio di essere disturbato, neanche alla paura dei briganti che potrebbero tornare.
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Si prende cura di lui. Fa l'amico, l'infermiere, spende in tempo, energia e mezzi.
Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Questi due denari mi fanno pensare a due notti d'albergo, quindi tre giorni. Il tempo della morte e risurrezione di Gesù, che ha pagato per lui e per noi. Parte e ritorna, perché non vuole abbandonarci, mai.
Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così». Fantastico come Gesù, con questa parabola, riesce a far dire al suo interlocutore quello che vuole che capisca. Non gli impone nulla. Poteva domandargli: “Chi è il prossimo dell'altro?”, ma non avrebbe ottenuto lo stesso risultato. Gesù è il buon samaritano e c'invita ad esserlo anche noi, anche per creare una cultura di solidarietà che può far comodo anche a me, se mi capita una disgrazia. Buona domenica.