TESTO Apostoli dal cuore di Gesù
padre Gian Franco Scarpitta Chiesa Madonna della Salute Massa Lubrense
Santi Pietro e Paolo Apostoli (Messa del Giorno) (29/06/2025)
Vangelo: Mt 16,13-19

13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Nei giorni del Cuore divino di Gesù ecco che subentra la figura di due uomini illustri sui quali si fonda l'intera Chiesa. Quello di Gesù è infatti un cuore capace di amare fino all'estremo, perché è quello del Figlio, seconda Persona della Trinità che si è incarnato, assumendo un corpo e quindi anche un cuore capace di battere, di palpitare, di soffrire per amore e per amore arrestarsi sulla croce. Per poi riprendere a palpitare come cuore del Risorto che da' la vita. Appunto dal cuore di Gesù, che ha amato fino all'inverosimile è sorta la Chiesa, Istituzione divina di salvezza che è stata inaugurata sulla croce quando dal costato trafitto scaturivano sangue e acqua, rispettivamente simboli dell'Eucarestia e del Battesimo che concederanno a tutti i suoi membri la grazia santificante e la caparra dell'eternità su questo mondo. La Chiesa si fonda però sugli apostoli, primo fra tutti Pietro, che saranno inviati ad annunciare la Notizia lieta del fenomeno Resurrezione. Apostolo deriva infatti da apo - stelo e in greco significa inviato, mandato e di conseguenza attrezzato di ogni favore divino atto alla missione. A questi discepoli, che fra tutti gli altri sono stati scelti dal gregge di Dio per una specifica missione di annuncio, è stato affidato anche il “deposito della fede”, che noi chiamiamo Tradizione, che contiene tutte le dottrine, gli insegnamenti, gli usi, le consuetudini della comunità ecclesiale dei primi tempi e dei secoli successivi, che costituiscono accanto alla Scrittura il bagaglio da cui trarre le nostre verità di fede.
Di tutto questo si occupano con maggiore rigore di solerzia e intraprendenza Pietro e Paolo. Sono due personaggi differenti quanto al carattere, alle origini, alla provenienza culturale ed etnica, e anche nell'orientamento missionario vi si intravedono alcune divergenze: Pietro annuncia la salvezza ai Giudei, Paolo si rivolge ai pagani. Su questo assunto li si troverà talora anche discutere e in parte discordare, tuttavia entrambi si fanno portatori a tutti dell'unico annuncio del Risorto, estendendolo fin quando il Signore concede loro forza, raggiungendo “gli estremi confini della terra”, arrivando quindi fino a Roma.
Vediamo Pietro che, mentre Gesù rivolge a tutti la domanda “E voi, chi dite che io sia”, si mostra abbastanza attento e pronto a prendere la parola quando ne ha l'occasione per dichiarare la sua professione di fede in Gesù inteso come “il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Avverte che quella domanda è rivolta direttamente a lui per primo e che deve rispondere prontamente e con profondità, avendo ricevuto lui una rivelazione, ossia un dono divino prontamente corrisposto.
Rispondendo con le parole suddette, Simone (detto poi Pietro) non vuole affatto "tirare ad indovinare" per risolvere un dubbio collettivo che il Signore aveva ingenerato negli apostoli; né arriva a questa conclusione in conseguenza di ragionamenti suoi propri, ma piuttosto fa' una professione di fede: è stato infatti Dio a rivelargli che Gesù è il Figlio di Dio e lui come tale lo aveva accolto, vi aveva creduto, e adesso lo annuncia pubblicamente... Gesù è Cristo, il Dio con noi!
Ed è proprio a motivo di questo annuncio che Gesù lo istituisce fondamento della sua Chiesa.
Nella prima lettura, che vede Pietro in prigione assistito da un angelo, si nota come questi sia stato zelantissimo araldo e combattente per la causa della Parola di Gesù e della fede suddetta sfidando ogni pericolo e vicissitudine. Lo troviamo assieme agli altri apostoli dopo il prodigio di Pentecoste, mentre proclama ai Giudei il fatto salvifico della resurrezione di Gesù Cristo, "l'autore della vita" che loro avevano ucciso (At 2, 14-41); poi alla Porta Bella assieme a Giovanni mentre guarisce un paralitico e spiega agli astanti come tale guarigione sia dovuta alla potenza di Cristo risorto, affrontando poi persecuzioni processuali (At 3-4); quindi guarisce un altro paralitico di nome Enea e resuscita una vedova (At 9, 32-43) e a seguito di una visione rivelativa ricevuta a Giaffa', comprende che lo Spirito Santo è un dono riservato anche ai pagani (At 10)...
Il tutto mentre è costretto a muoversi fra accuse, incomprensioni, lotte e fatiche che tuttavia non smorzano ma anzi alimentano la sua fede e il suo fervore apostolico, rendendolo capace di prodigi ma soprattutto comunicativo della ricchezza del messaggio di vita di Cristo risorto.
Riguardo a Paolo (Saulo) abbiamo una cognizione del tutto differente. Diventa quasi improvvisamente ministro e sostenitore di Cristo, nella misura in cui prima era stato persecutore della sua dottrina e dei suoi insegnamenti, mandando i cristiani a morte.
Mentre si reca a Damasco, dove per l'ennesima volta tenta di ottenere i permessi scritti per eseguire la cattura e la reclusione dei cristiani, viene improvvisamente interpellato dallo stesso Signore: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" E di fronte a tale fenomeno anche lui fa' una certa professione di fede: "Chi sei, o Signore?".
Riconosce il Signore Gesù che lui stava tormentando nella persona dei suoi discepoli e comprende che adesso Questi vuole orientare al meglio il suo innato zelo attraverso la missione evangelizzatrice: affronterà anch'egli percosse, lapidazioni, naufragi, pericoli da ogni parte, digiuni, persecuzioni (2 Cor 11, 24-29) per la causa di Gesù, e tutti questi tormenti saranno per lui un motivo di vanto perché gli renderanno certezza di essere davvero diventato propugnatore del Vangelo. Il pensiero delle sue Lettere con tutta la carica esortativa e la pedagogia che lo caratterizza sarà anche oggetto di attenzione presso i filosofi non cristiani, mentre la fede nel Signore lo renderà schiavo delle catene materiali del carcere. La comunanza di questi due apostoli, che saranno rinchiusi nelle carceri mamertine a Roma, è quella della parresia, cioè del coraggio apostolico che caratterizza la chiesa come missionaria impavida e determinata nell'esecuzione del mandato del Risorto. La chiesa si ritrova in questi due uomini che di essa hanno presentato l'aspetto della determinazione e della fiducia in Colui che invia e arma per ogni ruolo missionario. Nella dimensione odierna, in cui emerge la necessità urgente di una rievangelizzazione del mondo e occorre anche organizzare spedizioni consistenti di missionari nella vecchia Europa adesso plurisecolarizzata e indifferente, Pietro e Paolo si propongono come apostoli dei nostri giorni e ci invitano a riscoprire ciascuno il nostro ruolo nella funzione di annuncio.