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TESTO Commento su Matteo 8, 28-34

padre Lino Pedron  

Mercoledì della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (02/07/2003)

Vangelo: Mt 8,28-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

I discepoli, salvati dal pericolo di essere sommersi dalle onde del mare, assistono al miracolo della liberazione di due indemoniati e alla perdizione dei demoni sommersi nei flutti del mare. La domanda dei demoni: "Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?" significa che la breve permanenza di Gesù nella terra dei gadareni è un'anticipazione della vittoria sul maligno che Gesù opererà con la sua morte e risurrezione.

A differenza dei discepoli che si pongono la domanda sull'identità di Gesù, i demoni lo riconoscono subito senza esitazione: è il Figlio di Dio. I demoni riconoscono la superiorità di Gesù, Figlio di Dio, e cercano una resa, la meno disastrosa possibile, chiedendo di poter restare sul territorio nei corpi dei porci. E Gesù disse loro: "Andate!".

Ad una lettura superficiale sembra che Gesù venga a patti con i demoni. In realtà questa concessione è un tranello che nasconde la sconfitta definitiva. Il precipitare della mandria di porci posseduti dai demoni nelle acque del mare ci richiama l'affondamento del faraone e del suo esercito nel mare (Es 14,28) e la caduta di satana dal cielo (Ap 12,4).

I demoni, che avevano cercato scampo entrando nei porci, sono precipitati definitivamente nel luogo della loro perdizione, negli abissi del mare. L'episodio ci insegna che non esiste alcuna possibilità di compromesso tra Gesù e satana: sono nemici irriducibili.

Gesù, che scaccia i demoni con la potenza della sua parola, resta impotente di fronte agli uomini che non comprendono il beneficio di liberazione che aveva portato loro. Il miracolo è accolto con disappunto dalla gente del luogo. Come egli ha cacciato i demoni, così i gadareni cacciano lui. L'espressione "lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio" forse indica la gentilezza e le belle maniere che i gadareni usarono verso Gesù perché se ne andasse senza reagire e senza provocare danni maggiori.

Il grido degli indemoniati: "Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?" (v.29) manifestava, sostanzialmente, il pensiero di tutti i gadareni.

 

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