TESTO Giuseppe docile allo Spirito Santo
III domenica dopo Pentecoste (Anno C) (29/06/2025)
Vangelo: Mt 1,20b-24b

20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele,
che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa;
Nel cammino successivo alla Pentecoste la liturgia ambrosiana sembra farci passare da una parte all'altra della storia della salvezza. Sappiamo che lo Spirito Santo ha questa capacità di librarsi da una parte all'altra con una certa snellezza.
Capita così che all'inizio dell'estate ci soffermiamo su una pagina di Vangelo che leggiamo nel giorno di Natale. Lo scopo è chiaro aiutarci a comprendere la figura di Giuseppe intimamente unito allo Spirito.
Egli è un modello abitato proprio dalla terza persona della Trinità.
Ci offre una testimonianza preziosa di come Dio abbia la capacità di parlare ed agire nella vita di coloro che sanno mettersi in ascolto della sua volontà.
Giuseppe può così prendere su di sé Maria e dare un nome al figlio dell'Altissimo.
Come per Maria anche per l'artigiano di Nazareth occorre sfrondare la devozione da sentimentalismi.
Egli dando il nome, come previsto dalla legge ebraica, diventa il padre legale.
Ci offre una grande lezione sia il fiat di Maria che l'assenso di Giuseppe per cui la funzione del padre e della madre sono intrecciate tra loro e dandogli un nome si stacca il figlio dal grembo della genitrice. Il padre è la prima voce che il bambino sente diversa da quella della mamma e occorre quindi che questa lasci il dovuto spazio al papà.
Guardando a questa bella figura mettiamo nel suo cuore i travagli di tutte le famiglie del mondo perché nel momento in cui viviamo tempi difficili sappiamo nello stesso tempo che nella vita di Giuseppe le emergenze non sono mancate, ma, sullo sfondo del suo silenzioso e nello stesso tempo efficace darsi da fare, c'è stata una cosa sola: la fede. Questa è stata rimettere tutto nelle mani di Dio ma, nel tempo stesso, si è resa operosa nella dedizione, nel servizio, nella premura. Imploriamo l'intercessione di san Giuseppe, per avere una fede così, che sa operare mediante la carità, perché questa è la sola cosa che conta.
Giuseppe permette a Dio di irrompere nella scena del mondo in mezzo alle tribolazioni del tempo.
Non c'è momento della storia in cui Dio non entra e se il mondo vive con l'angoscia del precipitare della situazione internazionale, con il rischio di una escalation che può portare all'uso dell'arma atomica, Giuseppe questa domenica ci dice ancora una volta che l'Alfa e l'Omega della storia è il Figlio dell'Altissimo.
Il padre legale di Gesù ci insegna che siamo chiamati a versarci l'uno con l'altro vincendo paure e preoccupazioni trovando nel fratello accanto a noi quel Dio che dobbiamo custodire.
In questo inizio estate, fissiamo nel cuore di Giuseppe i nostri nomi. Io porrò i vostri e vi prego di porre il mio perché quella paternità che lui ha espresso nella sua vita possa viverla anche io con coraggio.