TESTO Commento su Matteo 19,27-29
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S. Benedetto abate, patrono d'Europa
Vangelo: Mt 19,27-29

27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Cosa ne avremo a seguire il Signore? Cento volte tanto!
Ci sono momenti in cui seguire Gesù può sembrare una perdita. Quando subiamo un'ingiustizia, quando coloro che amiamo ci ostacolano, o quando affrontiamo persecuzioni e incomprensioni, possiamo sentirci smarriti. I discepoli avevano certi pensieri perché sentivano di non essere accolti da tutti, sapevano di aver lasciato le loro case, i loro amori, il loro guadagno sudato e che spesso in cambio avevano sopraffazioni. Anche nella concezione del messia era difficile lasciare quell'immagine di potere che aveva costruito quell'attesa. Rinunciare a una forza bruta, a quell'idea di un messia che usando la forza libera il popolo dal sopruso. Dobbiamo ammettere che qualche volta la parola mitizza ci balena in testa come un fastidio, perché in realtà, in situazioni di persecuzione, vorremo reagire con violenza. Si, è vero! Alcune volte ci chiediamo cosa ci guadagniamo a non reagire, a lasciare qualcosa che ci soddisfa; alcune volte il potere e la violenza ci sembrano liberatori e necessari. Poi però sappiamo nel profondo che la vera gioia la troviamo quando ascoltiamo la nostra coscienza, quando sappiamo che Dio agendo in noi, ci dona il cento volte tanto. Se abbiamo un po' di maturità sappiamo, e anche bene, che assecondare il desiderio di spaccare a qualcuno qualcosa in testa, a parte la momentanea soddisfazione della rabbia sfogata, poi ci recherebbe la sofferenza atroce che la rabbia può procurare. La violenza non è la soddisfazione vera del nostro cuore, anzi distrugge la nostra umanità. Noi non siamo fatti per questi guadagni e per sedere sui troni del potere. Il nostro cento volte tanto, riguarda sempre e solo l'amore. Così riconosciamo che, anche se a volte ti sale la rabbia e vorresti rispondere con la stessa moneta, se ti guardi intorno puoi accorgerti che non ti serve niente, hai già tanta gioia, tanto amore: cento volte tanto! Rispondendo con il cento volte tanto riesci ad assaporare cosa sia un vero guadagno.
«In un tempo che sembra premiare chi alza di più la voce o rincorre il consenso facile, si può essere liberi nel Vangelo. Gesù è la libertà fatta carne: non ha inseguito il potere, non ha scelto la via del compromesso, ma ha vissuto nella verità, nell'amore, fino in fondo. Seguirlo significa restare fedeli al cuore, scegliere la mitezza come forza, il perdono come risposta, la coscienza come bussola. È una libertà che ha un prezzo, certo, soprattutto se si guarda la vita con gli occhi del successo a tutti i costi o della corsa al potere. Ma è l'unica libertà che davvero rende umani, perché nasce dall'amore e si misura nel dono» (card. Commento al Vangelo
Cosa ne avremo a seguire il Signore? Cento volte tanto!
Ci sono momenti in cui seguire Gesù può sembrare una perdita. Quando subiamo un'ingiustizia, quando coloro che amiamo ci ostacolano, o quando affrontiamo persecuzioni e incomprensioni, possiamo sentirci smarriti. I discepoli avevano certi pensieri perché sentivano di non essere accolti da tutti, sapevano di aver lasciato le loro case, i loro amori, il loro guadagno sudato e che spesso in cambio avevano sopraffazioni. Anche nella concezione del messia era difficile lasciare quell'immagine di potere che aveva costruito quell'attesa. Rinunciare a una forza bruta, a quell'idea di un messia che usando la forza libera il popolo dal sopruso. Dobbiamo ammettere che qualche volta la parola mitizza ci balena in testa come un fastidio, perché in realtà, in situazioni di persecuzione, vorremo reagire con violenza. Si, è vero! Alcune volte ci chiediamo cosa ci guadagniamo a non reagire, a lasciare qualcosa che ci soddisfa; alcune volte il potere e la violenza ci sembrano liberatori e necessari. Poi però sappiamo nel profondo che la vera gioia la troviamo quando ascoltiamo la nostra coscienza, quando sappiamo che Dio agendo in noi, ci dona il cento volte tanto. Se abbiamo un po' di maturità sappiamo, e anche bene, che assecondare il desiderio di spaccare a qualcuno qualcosa in testa, a parte la momentanea soddisfazione della rabbia sfogata, poi ci recherebbe la sofferenza atroce che la rabbia può procurare. La violenza non è la soddisfazione vera del nostro cuore, anzi distrugge la nostra umanità. Noi non siamo fatti per questi guadagni e per sedere sui troni del potere. Il nostro cento volte tanto, riguarda sempre e solo l'amore. Così riconosciamo che, anche se a volte ti sale la rabbia e vorresti rispondere con la stessa moneta, se ti guardi intorno puoi accorgerti che non ti serve niente, hai già tanta gioia, tanto amore: cento volte tanto! Rispondendo con il cento volte tanto riesci ad assaporare cosa sia un vero guadagno.
«In un tempo che sembra premiare chi alza di più la voce o rincorre il consenso facile, si può essere liberi nel Vangelo. Gesù è la libertà fatta carne: non ha inseguito il potere, non ha scelto la via del compromesso, ma ha vissuto nella verità, nell'amore, fino in fondo. Seguirlo significa restare fedeli al cuore, scegliere la mitezza come forza, il perdono come risposta, la coscienza come bussola. È una libertà che ha un prezzo, certo, soprattutto se si guarda la vita con gli occhi del successo a tutti i costi o della corsa al potere. Ma è l'unica libertà che davvero rende umani, perché nasce dall'amore e si misura nel dono» (card. Domenico Battaglia).