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TESTO Commento su Matteo 9,18-26

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Lunedì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (07/07/2025)

Vangelo: Mt 9,18-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Le donne guarite di questo Vangelo sono due, una fanciulla e una donna adulta che perdeva sangue da dodici anni. Hanno in comune la morte che scorre nelle vene e la gente che già canta il lamento su di loro. Sono donne dalla vita distrutta e che perciò possono rappresentare tutti noi quando ci sentiamo fragili e avvertiamo che la nostra vita come sangue si sta disperdendo. Se siamo onesti conosciamo bene la morte interiore che possiamo ospitare dentro di noi, la disperazione profonda. Tante morti portiamo dentro e a volte vogliamo tenerle con noi e non affrontarle, tanto che pensare di uscire fuori ci sembra una follia, perché sappiamo bene di non avere le forze per reagire al male. Eppure, un Dio che ci ama è venuto a risvegliare il fanciullo che è in noi, a farsi toccare per donarci pienezza, farci smettere di disperdere la vita. L'emorroissa, una donna ritenuta impura e inavvicinabile, trasgredisce una legge pur di guarire, riconosce la sua malattia, sa che perde sangue e che la sua unica salvezza può venire solo dal Signore! È proprio con questa consapevolezza che dobbiamo avvicinarci a Gesù: Lui è il salvatore, l'unico. Nel mondo non ci sono altri che possono darti quella pienezza che desideri con tutto il cuore. Dovunque siamo, in convento, in famiglia e nella nostra quotidianità, dobbiamo avere il coraggio di amare il Signore appassionatamente, amare veramente, senza aver paura, confidare in Lui come Salvatore, colui che è più grande dei nostri pensieri, dei nostri problemi, di tutto. Osiamo sempre davanti a Gesù e non permettiamo a nessun di dire se siamo degni o all'altezza, tutti siamo degni di toccarlo, di avvicinarci a Gesù, tutti siamo degni di guarire se lo vogliamo, Egli ci aspetta. Riconosciamolo concretamente come unico Salvatore, la nostra vita dica che è Lui il centro di tutto.

«L'emorroissa crede alla Parola e, nel Vangelo di Luca, si sottolinea che lei tocca solo la frangia del mantello di Gesù, la punta estrema del suo abito, e questo le basta, per sentire quell'amore che la attraversa e la salva. Secondo le leggi dell'Antico Testamento, i predicatori come Gesù portavano dei nodi ai 4 angoli dei loro mantelli, per ricordare di essere collegati a Dio. Ecco cosa tocca l'emorroissa, rendendo tangibile, davanti a se, ciò che di lui aveva udito dire. Come lei, anche noi dobbiamo cercare un rapporto diretto con Gesù, toccare il suo Corpo, attraverso i Sacramenti, le Opere di Misericordia, altrimenti la nostra fede resterà solo “nelle chiacchiere” e non si concretizzerà nelle azioni, né risanerà le nostre ferite. Chi mangia il Corpo di Cristo, diviene Corpo di Cristo. Non è così difficile, dunque accostarsi al Signore, sapendo che lui trasforma il nostro male anche quello che rivolgiamo a lui in amore, in tenerezza, mostrandoci quanto ancora siamo distanti dalla via vera, quella che conduce alla vita vera e alla guarigione dell'anima. L'uomo che si salva è quello che rimane in comunione con Dio, l'unico che scioglie le menzogne, come la neve al sole» (don Fabio Rosini).

 

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