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TESTO Commento su Matteo 8,23-27

Missionari della Via   Missionari della Via - Veritas in Caritate

Martedì della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (01/07/2025)

Vangelo: Mt 8,23-27 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Spesso desideriamo non tanto che Dio sia presente, ma che intervenga quando abbiamo problemi, e che lo faccia soprattutto a nostro vantaggio e quando noi non riusciamo a risolvere qualcosa. La supplica a Dio per i nostri bisogni è un segno di fede, ma può farci correre il rischio di vivere la vita cristiana come un contributo accessorio di Dio nella nostra esistenza. Pensiamo, cioè, di affrontare tutti i problemi da soli e quando proprio non ce la facciamo più, allora chiediamo aiuto a Dio. Il Signore invece vuole vivere con noi, vuole essere presente, non contribuire. È cosa buona chiedere aiuto a Dio nel pericolo, ma è ancora più bello vivere nella fiducia della Sua presenza, nella consapevolezza che «tutto concorre al bene» (cf Rm 8,28), anche quando sembriamo sconfitti dalle onde tempestose. Certo, questo concetto non è poesia! Ci sono dei momenti in cui ci sentiamo soli, sembra che Dio dorma e non si curi di noi. Ci sono dei momenti che anche lavorando in gruppo con tutte le nostre forze non riusciamo a gestire le onde che si abbattono sulla nostra casa e ci assale l'ansia. Possiamo dire che spesso siamo impastati di ansie di ogni tipo e non riusciamo a coltivare nessun entusiasmo, cioè non riusciamo a sentirci connessi con la Sua presenza. Noi vorremo che Dio si comportasse come noi, vorremmo che Dio si agitasse, si mettesse a discutere con noi delle nostre paure, che ci mostrasse di aver capito che ci sentiamo perduti; invece, proprio mentre siamo spaventati e impauriti Gesù fa silenzio, non si preoccupa. Potremmo leggere tutto ciò come la richiesta di Dio di fidarsi della Sua presenza. Infatti, i discepoli sperimentano che la parola creatrice di Dio si rivela nuovamente, fa tacere le onde, porta la calma, Egli è presente. I discepoli invece, continuano ad avere paura, anzi acquisiscono una nuova paura, si chiedono: “Chi è costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?”. Forse a noi non è chiesto volontaristicamente di non avere paure, di non essere spaventati e agitati in alcune occasioni. A volte riusciamo a superare delle paure e navigare tranquilli anche con la tempesta in corso, altre no, ma ciò che importa, ci direbbe Gesù, è che vi fidiate del mio amore, del fatto che io sono per voi, che non sempre si può controllare tutto. Nella vita tante cose ci spaventeranno, non possiamo decidere il finale di molte situazioni, non possiamo stabilire e governare ogni cosa. Possiamo però vivere nella consapevolezza che in modi imprevisti e forse a noi incomprensibili, Dio resta con noi, ci accoglie tutti, si occupa di noi anche se non si preoccupa. Forse contemplando quel Gesù che dorme, passeremo da tempesta in tempesta, da paura in paura, ma potremmo anche essere sicuri che il Signore è per e con noi.

«Il Signore Gesù, [...] se ne sta lì e dorme, non ha una preoccupazione di governo [...] perde il controllo della situazione. Questa immagine è stata dipinta, commentata moltissimo. Marco, poi, ci mette anche questo particolare del cuscino, che è gustoso, e sottolinea che Gesù sta proprio comodo. Una cosa su cui forse si dovrebbe riflettere è che, per godersi il viaggio, invece di passare di bufera in bufera e da tormento a paura, bisogna imparare a dormire in mezzo alle tempeste. [...] È sera, è tempo di dormire, di mollare il governo, e lui dorme! Mi chiedevo quanto spesso ci capiti di passare di tempesta in tempesta, di non mollare mai! Non siamo capaci di dormire nella bufera; abbiamo una tale ansia da governo, che non riusciamo a metterci su un cuscino, belli comodi! Quindi non ci godiamo mai il viaggio. Raramente ci godiamo il viaggio dell'esistenza. L'atteggiamento, un po' provocatorio di Gesù che se ne sta lì a dormire, [...] ci dice: il maestro sa stare tranquillo, i discepoli no» (Stella Morra).

 

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