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TESTO Hai ricevuto i tuoi beni nella tua vita e Lazzaro la sua parte di mali

Monaci Benedettini Silvestrini  

Giovedì della II settimana di Quaresima (16/03/2006)

Vangelo: Lc 16,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Il Vangelo di oggi riporta la notissima parabola del mendicante di nome Lazzaro e di Epulone, l'uomo ricco che "tutti i giorni banchettava lautamente", mentre alla sua porta giaceva Lazzaro pieno di ulcere e bisognoso di tutto. Ecco il tema ben noto del capovolgimento delle sorti nell'aldilà. C'è una cosa però che per molti degli ascoltatori di Gesù era certo inaspettata: Lazzaro è nel seno di Abramo, cioè al primo posto. Il Dio di Gesù è il Dio dei più poveri e degli abbandonati. Naturalmente qui non si tratta di una condanna dei ricchi e un'esaltazione dei poveri. E' piuttosto un ammonimento ad aprire gli occhi e usare giustamente quanto si possiede. Nella parabola si mostra per immagini quel rovesciamento di criteri già cantato nel Magnificat e proclamato nelle beatitudini. L'esistenza terrena è subordinata; non può essere condotta da padroni; da molti è reclamata la giustizia, "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo"; la si vive esercitando quella misericordia che allora sarà invocata anche da chi l'ha derisa, "Padre Abramo abbi pietà di me e invia Lazzaro, perché sono divorato da questa fiamma". Lazzaro è sempre inviato: "i poveri li avrete sempre con voi" come inviati da Dio per salvarci. Per prendere decisioni corrette, è utile porsi sempre dal punto di vista della fine e fare ora ciò che allora si vorrebbe aver fatto. Siamo più che convinti di questo, ma non ne facciamo una dovuta esperienza. La morte non livella, è anzi principio di distinzione, il limite ultimo che stabilisce ciascuno nella sua vera identità. Con essa finisce il tempo per portare frutti di conversione. Dio si rifiuta di mandare Lazzaro dai cinque fratelli del ricco defunto, che vivono come ha vissuto lui, sordi alla parola di Dio. "Non si lasceranno persuadere neanche da uno che risusciterà dai morti". Lazzaro di Betania fu risuscitato dai morti. Ma i suoi fratelli, piuttosto di convertirsi avrebbero preferito ucciderlo di nuovo. Neppure lo straordinario evento della Risurrezione scuote dall'indurimento del cuore chi rifiuta di ascoltare ciò che il Signore incessantemente insegna attraverso le Scritture.

 

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