TESTO Commento su 2Cor 1,18-22
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Martedì della X settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (10/06/2025)
Brano biblico: 2Cor 1,18-24
Come vivere questa Parola?
A pochi giorno dalla celebrazione di Pentecoste, Paolo ci ripropone i tre segni del sacramento della cresima, cioè della nostra Confermazione di cristiani: l'unzione, il sigillo, la caparra. L'unzione dello Spirito Santo che penetra e impregna tutto la persona; il sigillo dello Spirito come la sua impronta, segno di appartenenza permanente e indelebile; la caparra dello Spirito come l'acconto garante del saldo finale, la promessa di alleanza per l'eternità. Questo è il “sì” di Dio, del nostro Dio fedele! Ed è proprio il suo Spirito che in noi, insieme ad “Abbà - Padre”, grida anche il nostro “sì” ⁓ “Amen”! Niente ci può allora spaventare o distogliere dall'impegno che abbiamo controfirmato: la fedeltà di Dio al suo sì rende solido il mio, il nostro.
Paolo ne è convinto, gli abitanti di Corinto - non tutti o non sempre. Deve perciò difendere l'operato suo e dei suoi collaboratori; il cambiamento dei progetti già annunciati - dice con forza - non sono decisioni prese a seguito dei calcoli umani (cf 1,17-18), ma unicamente in vista del bene dei Corinzi e di altri affidati al loro ministero. Tentennare nelle scelte per accontentare alcuni sarebbe il cedimento alla tentazione della tiepidezza (cf Ap 3,15-16). Dire «sì, invece, e svolgere al meglio il dovere quotidiano, esprime la docilità all'unzione dello Spirito, la volontà di rendere visibile il suo sigillo in qualsiasi situazione e la fiducia nella sua alleanza perenne.
Signore, rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa
e non permettere che mi domini alcun male.
La voce di un filosofo
“Le due parole più brevi e più antiche, sì e no, sono quelle che richiedono maggior riflessione”.
Pitagora
Sr. Mimica Oblak FMA - mimica.ax@yahoo.com