TESTO Commento su 2Corinzi 1,3-7
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Maria Madre della Chiesa (09/06/2025)
Brano biblico: 2Corinzi 1,3-7

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». 27Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
28Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Come vivere questa Parola?
Rafforzati dai doni della Pentecoste riprendiamo il cammino del Tempo Ordinario. Nelle prime due settimane la Liturgia della Parola ci propone la meditazione del Discorso della montagna (Matteo 5‒7) e la Seconda lettera ai Corinzi: un testo complesso per quanto riguarda la composizione, ma anche una lettera che forse più delle altre ci ritrae Paolo in un momento critico della sua vita, un apostolo sofferente, incompreso, spesso respinto dalle comunità cristiane. Anche dalla comunità di Corinto, alla quale più volte si rivolse afflitto e angosciato, tra molte lacrime, non per rattristarli però, ma affinché conoscano «l'amore che nutro particolarmente verso di voi» (cf 2Cor 2,4).
L'esperienza personale di “sconsolazione” rende Paolo testimone efficace dell'unica e vera consolazione che sorge dal Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione. Afflitto e provato da varie tribolazioni, è abilitato a riconoscere le cause delle sofferenze anche in chi tenta di nasconderle, forse proprio respingendo chi cerca di dare una mano ad uscirne. La consolazione, allora, diventa non solo il tema strutturante della prima parte della lettera, ma soprattutto il fondamento e il percorso della vera riconciliazione. Come? Riconoscendo, innanzitutto, la potenza salvifica delle tribolazioni e delle sofferenze, accogliendo il conforto di grazia e dei gesti gentili di chi ci sta accanto, offrendo noi stessi il supporto di consolazione a chi ne ha bisogno. Paolo si fida dei Corinzi: «la nostra speranza nei vostri riguardi è salda»; possa avere la stessa certezza su ciascuno di noi!
Tu sei, Maria, immagine e inizio della Chiesa;
risplendi ora innanzi al Popolo di Dio quale segno di certa speranza e di consolazione,
o Maria, Madre della Chiesa. (s. Paolo VI, 25 ottobre 1969)
La voce di uno scrittore
E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me...
Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry
Sr. Mimica Oblak FMA - mimica.ax@yahoo.com