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TESTO Commento su Luca 2,41-51

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Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria (28/06/2025)

Vangelo: Lc 2,41-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,41-51

41I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.

51Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

«Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Sono le parole che Maria rivolge al Figlio dopo averlo ritrovato al Tempio, dopo tre giorni di ricerca. Molti hanno visto in questi tre giorni di ricerca un'anticipazione di quei tre giorni del triduo pasquale, dal Venerdì Santo fino alla domenica della risurrezione, dove Gesù è stato sottratto allo sguardo di sua madre.«Il ritrovamento di Gesù starebbe a dire lo smarrimento della Chiesa nascente che ha perduto Gesù dopo la sua morte e lo ritrova risorto il terzo giorno. La morte di Gesù provocò un grande sgomento: la ricerca di Maria riflette quella della Chiesa; ed entrambe lo ritrovano il terzo giorno!» (don Tonino Bello). Quanto dolore, quanta angoscia, quanto tormento viviamo anche noi quando la morte dei nostri cari li sottrae al nostro sguardo. Conosco persone che si recano due volte al giorno al cimitero per andare a trovare i loro cari defunti. Vi sono persone che vanno a bere il caffè al cimitero e ne portano uno anche per il loro caro defunto! Chissà quanto dolore vivono! Non riescono proprio a staccarsi dai loro cari, finendo per rinchiudersi anche loro in un posto non di vita ma di morte. Ora, è cosa anche buona recarsi al cimitero per fare una preghiera sulla tomba dei nostri cari defunti ma è anche necessario far nostre le parole che gli angeli dissero allora alle donne che si erano recate al sepolcro per piangere sul corpo senza vita di Gesù: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (cfr Lc 24,5). Dunque non dimentichiamo, pur nel nostro grande dolore, che i nostri cari non son caduti nel nulla ma tra le braccia amorevoli di Dio Padre. Scacciamo via l'angoscia, lo sconforto lasci il posto alla consolazione, la tristezza lasci il posto alla gioia e la disperazione lasci il posto alla speranza. Nell'unione con Cristo possiamo sperimentare la resurrezione del terzo giorno, in ogni situazione della vita. Perciò se sentiamo Gesù lontano, andiamolo a cercare, Lui ci rende capaci di vivere ogni smarrimento, Lui ci dona la grazia di attraversare le prove della vita.

 

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