TESTO Commento su Matteo 6,24-34
Missionari della Via Missionari della Via - Veritas in Caritate
Sabato della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (21/06/2025)
Vangelo: Mt 6,24-34
Di che cosa ci preoccupiamo noi? La parola “preoccupare” ritorna tante volte nel Vangelo di oggi, ed è in fondo un verbo che ricorre molto più spesso nella nostra vita! Vi è l'ansia del domani, di cosa ci accadrà. “Pre-occuparsi”, cioè occuparsi prima, è la malattia di uno che vive sempre proiettato in avanti e per questo è incapace di vivere bene il presente. Ci sono persone sempre preoccupate per il domani per cui non esistono feste o domeniche. Chi vive preoccupato e non positivamente occupato non guarda più le cose belle, le persone che Dio gli ha messo accanto. Chi vive preoccupato non sa più riconoscere le grazie che Dio continuamente gli fa! Chi vive preoccupato vede solo problemi da affrontare e risolvere e mai occasioni per fidarsi un po' di più. Il Vangelo di oggi non invita certo alla superficialità e all'ozio ma mette in risalto la nostra mancanza di fede. C'è un motivo per cui non preoccuparsi? Sì, ed è il nostro Padre celeste! È dunque chiaro che, quando ci preoccupiamo troppo, significa che stiamo dando poco spazio a Dio nella nostra vita. Sembriamo quelli che vivono come se tutto pesasse solo sulle proprie spalle e sulle proprie capacità. Pensiamo spesso che solo con le nostre forze potremo affrontare il mondo con i suoi problemi. Il risultato? Viviamo nel secolo dell'ansia! Chiediamo al Signore che aumenti la nostra fede in Lui e nella sua Provvidenza.
«Non preoccupatevi, Dio sa. Ma come faccio a dirlo a chi non trova lavoro, a chi non riesce ad arrivare a fine mese, non vede speranza per i figli? La soluzione non è fatta di parole: «Se uno è senza vestiti e cibo e tu gli dici, va in pace, non preoccuparti, riscaldati e saziati, ma non gli dai il necessario per il corpo, a che cosa ti serve la tua fede?» (Giacomo 2,16). Dio ha bisogno delle mie mani per essere Provvidenza. Io mi occupo di qualcuno, e allora il Dio che veste i fiori si occuperà di me» (p. Ermes Ronchi)