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TESTO Spirito, fammi capire...

don Alberto Brignoli   Amici di Pongo

Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (08/06/2025)

Vangelo: Gv 14,15-16.23-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-16.23-26

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

La Pentecoste è una delle solennità più importanti della nostra fede; è il Natale della Chiesa, un momento senza il quale il Natale di Cristo, il mistero dell'Incarnazione, non diverrebbe storia nella nostra storia; un momento senza il quale la Pasqua di Cristo non diverrebbe annuncio, non sarebbe “Vangelo”, Buona Notizia.

Oggi, il mistero dello Spirito prorompe nella storia della Chiesa e nelle nostre vicende storiche. E sono molte, le cose che lo Spirito può dire alla nostra storia; sono molte le cose che noi, abitanti della storia, possiamo chiedere in dono allo Spirito. Egli viene sulla terra per portare la presenza di Dio all'interno della storia dell'umanità: e lo fa attraverso i suoi innumerevoli doni, tanto numerosi e variegati che la tradizione ha preferito tramandarceli attraverso il numero perfetto, quello della completezza, della pienezza, il numero sette. Sono tutti profondi e utilissimi, i sette doni dello Spirito Santo, e almeno in occasione della nostra Cresima - per timore che il Vescovo ce li chiedesse - li abbiamo imparati a memoria tutti: ma spero che ognuno di noi ne abbia preso a cuore almeno uno, e se lo sia “coccolato” un po', tra i meandri della propria anima.

Io, ad esempio, sono affascinato dal dono dell'intelletto, quel dono per cui lo Spirito ci aiuta a “leggere dentro” le cose, oppure - come suggerisce un'altra etimologia - a “raccogliere fra le cose”, a “tirare insieme tra tanti aspetti” ciò che ci permette di individuare il senso di quello che accade. E non credo sia banale dire che oggi viviamo un momento storico in cui del dono dell'intelletto c'è veramente un enorme bisogno: perché a tirare insieme due idee su ciò che accade, a leggere in profondità gli avvenimenti e a trovarne il senso profondo, credetemi, si fa una grande fatica. Non è solo un modo di dire: “Non ci si capisce dentro più nulla”; è la cruda e a volte disarmante realtà che viviamo ogni giorno.

E credo che l'umanità, tutti quanti noi, abbiamo bisogno di capire. Perlomeno, io ho bisogno di capire, ho bisogno di tanto intelletto.

Ho bisogno di capire come mai nel mondo ci siano oltre due miliardi di persone che vivono con meno di un euro al giorno, mentre un allenatore di calcio arriva a guadagnare 25 milioni di euro a stagione, cioè circa 50 euro al minuto, anche mentre dorme;

ho bisogno di capire come si faccia a confondere la parola “bambino” con la parola “terrorista”, e di conseguenza come mai entrambi vengano bombardati e uccisi, senza una giusta distinzione, ammesso che, quando si parla di guerra, si possa usare la parola “giusta”;

ho bisogno di capire come mai chi fa politica e quindi dovrebbe insegnare civiltà agli altri usa la casa simbolo della democrazia, il Parlamento, per inscenare proteste stupide e incivili, a qualsiasi colore esse si ispirino (eh, sì, perché la scemenza non ha colore...);

ho bisogno di capire come mai, per risolvere una questione con il vicino di casa si debba usare il coltello; come mai, se il controllore del treno ti chiede il biglietto e non ce l'hai, gli mostri il coltello; come mai, se la tua relazione con la tua compagna non funziona o temi che possa non funzionare, usi il coltello ma anche la pistola, le pietre, il fuoco; e ho bisogno anche di capire come mai - in quest'ultimo caso - aumentano le panchine dipinte di rosso e i flash mob di piazza con indosso le scarpe rosse, e gli slogan “non una di più”, ma gli episodi di violenza non diminuiscono affatto, anzi; e forse ho bisogno di capire come mai nessuno si accorga, se non quando è troppo tardi, che una ragazzina di 14 anni non può essere proprietà esclusiva di uno che dice di amarla...lo capivano anche le nostre nonne che non avevano studiato tanto...;

ho bisogno di capire come mai, una volta, per giocare a pallone fossero necessari solamente un pallone, un campo spianato e sei legni a forma di porta con una rete, mentre oggi servono telecamere, monitor in campo, arbitri che giudicano un'azione a chilometri di distanza, diritti televisivi che costringono a giocare ogni due giorni, gente che scommetta sui risultati...e che risultati, poi...;

ho bisogno di capire come mai ci sia gente che non capisca che uno stato, una nazione, non è un mercato ortofrutticolo e neppure un macello, per cui, magari, a dirigerlo non bisognerebbe chiamare un mercante di soldi o di armi;

ho bisogno di capire come mai a chi cerca di richiamare al rispetto dei valori, delle norme di comportamento, delle regole, e chiunque cerchi di fare le cose in maniera seria e coerente, pur con tuti i suoi limiti come ognuno di noi, gli venga intimato di fare silenzio perché certe cose è meglio che non si sappiano, o venga totalmente ignorato perché ognuno, al mondo, è libero di fare quello che vuole;

ho bisogno di capire come mai un'insegnante a scuola non possa più dare un brutto voto senza rischiare di essere picchiato da genitori che invece, anni fa, picchiavano chi il brutto voto lo aveva portato a casa;

ho bisogno di capire come mai ai nostri ragazzi non possano mai essere detti dei “no” per paura di “affossare i loro sogni”, facendoli così crescere in un mondo nel quale per loro esisteranno sempre e solo dei “sì”. Poi, però arriva la vita a presentare il conto dei “no”...e lì non c'è appello.

E mi fermo, per evitare di apparire troppo ingenuo o più ignorante di quello che sono. Ma del resto è così: io ignoro, ovvero non capisco più nulla delle dinamiche che governano il mondo, ed è per questo che, oggi, chiedo per me allo Spirito Santo in particolare il dono dell'intelletto.

Quasi quasi, già che ci sono, lo chiedo anche per questo nostro pezzo di storia, perché credo che non le faccia male...

 

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