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TESTO Il tempio puro

don Marco Pratesi  

III Domenica di Quaresima (Anno B) (19/03/2006)

Vangelo: Gv 2,13-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 2,13-25

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

23Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. 24Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Il Vangelo ci presenta Gesù che caccia i mercanti dal tempio di Gerusalemme. Egli non ricopre nessun ruolo nella gerarchia religiosa del tempio, ed è naturale la domanda dei giudei: "quale segno tu ci dai per poter fare una cosa del genere?" Non avendo alcun incarico, egli deve essere accreditato da Dio come suo inviato mediante un segno .

La risposta di Gesù dà la chiave di lettura dell'intero episodio: "distruggete questo tempio e lo risusciterò in tre giorni". Egli, spiega Giovanni, sta parlando del suo corpo. Il tempio è lui stesso, la sua persona crocifissa e risorta. Ecco la novità grande: il tempio, il luogo dove Dio si fa presente e dove l'uomo può incontrare Dio, è Gesù, il crocifisso vivente.

È un tempio totalmente puro, dove non c'è mercato, ma gratuità, grazia. Gesù infatti vive, sia col Padre suo che con i suoi fratelli, non la logica mercantile del do per avere, ma la gratuità e la libertà dell'amore autentico. E ama sino al culmine, sino al massimo possibile, dà la sua vita per gli amici.

A tale proposito dopo la sua risurrezione, gli apostoli illuminati dallo Spirito Santo che dava in loro testimonianza a Gesù, ricordarono (espressione forte in giovanni) il versetto di un salmo: "Lo zelo della tua casa mi divora". Si tratta si una citazione del salmo 68 (v. 9), un salmo dove si allude molto chiaramente alla passione: "mi hanno dato fiele per cibo, e nella mia sete, aceto da bere" (v. 22, cf. Mt 27,33). In altre parole, i discepoli hanno capito che questa passione di Gesù per la casa di Dio si è espressa nella sua passione: soffrendo, morendo e risuscitando, egli ha costruito la nuova casa di Dio, il tempio nuovo e indistruttibile. D'ora in poi, si avrà accesso al Padre "in Cristo", stando in lui come in un tempio. È la struttura di tutta la vita cristiana: "Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo".

Ecco il nostro impegno: chi vuole entrare nel tempio di Dio, deve entrare in Gesù. Deve entrare animato non dallo spirito mercantile, ma dallo Spirito di Gesù, lo Spirito dell'amore gratuito per Dio e per i fratelli. Anche noi dobbiamo cacciare i mercanti dal tempio: rifiutare tutte quelle forme di religiosità che sono, più o meno apertamente, un modo per aprire con Dio un conto di dare e avere. È tipica della religiosità naturale l'idea del contratto, del dare qualcosa a Dio per avere in cambio il suo favore. Si vede Dio come un potente di questo mondo che vuole essere servito, che ha bisogno del mio sacrificio. Dio allora è strumentalizzato, messo a servizio del mio progetto; solo che per riuscire a fare questo devo sottomettermi, cedere qualcosa.

La liturgia quaresimale ci invita a cacciare i mercanti dal tempio: in Gesù tutto questo è abolito. In lui siamo amati gratuitamente e possiamo rinunciare ai nostri dannati calcoli - sempre continuamente rinascenti sotto forme nuove e inaspettate - per rispondere con la libertà dell'amore.

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci introduca nel vero tempio, Cristo, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

In comunione con Gesù e stando in lui, vero tempio, preghiamo il Padre:

 

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