TESTO Con gli occhi al Cielo e i piedi per terra: la nostra gioiosa missione!
don Lucio D'Abbraccio don lucio d'abbraccio
Ascensione del Signore (Anno C) (01/06/2025)
Vangelo: Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Oggi celebriamo una festa piena di gioia e di speranza: l'Ascensione di Gesù al Cielo! Qualcuno potrebbe pensare: «Ma come, Gesù se ne va e noi facciamo festa?». Sembra un po' strano, vero? Immaginate che un figlio parta per un viaggio lunghissimo. Sareste un po' tristi, no?
Eppure, i discepoli, dopo aver visto Gesù salire al cielo, come ci racconta il Vangelo di Luca, «tornarono a Gerusalemme con grande gioia». Com'è possibile? Cerchiamo di capirlo insieme.
Gesù, prima di salire al Padre, non fa un discorso triste di addio. Anzi, benedice i suoi amici, li rassicura. È un po' come quando i genitori, prima che i figli partano per un viaggio, li abbracciano e danno loro delle raccomandazioni! Oppure, pensate a quando un insegnante, alla fine dell'anno scolastico, saluta i suoi studenti: c'è un po' di malinconia, ma anche la gioia per il cammino fatto e la speranza per il futuro dei ragazzi, sapendo di aver lasciato loro insegnamenti preziosi. Gesù fa qualcosa di simile. Ci dice: «Io vado a prepararvi un posto nel Cielo, ma non vi lascio orfani».(Gv 14,3.18). È come se aprisse una finestra tra il Cielo e la terra, per farci vedere dove siamo diretti e per dirci che Lui è sempre con noi, anche se in modo diverso.
Questa nuova presenza di Gesù è un po' come il sole: anche se è altissimo nel cielo e non possiamo toccarlo, sentiamo il suo calore sulla pelle, vediamo la sua luce che fa crescere i fiori e maturare i frutti. Non lo afferriamo, ma i suoi effetti sono ben presenti. Così Gesù dal Cielo continua a darci la sua luce e il suo calore attraverso lo Spirito Santo. Pensate ai nostri nonni: magari i nipoti vivono lontani, ma quando si fa una videochiamata, o si guarda una fotografia piena di ricordi felici, anche se non ci si può abbracciare fisicamente in quel momento, si sente la vicinanza, l'amore, il legame forte. Oppure pensiamo ad un albero. Le radici non si vedono, sono nascoste sotto terra, eppure sono la fonte della sua forza. Senza di esse, l'albero cadrebbe. Gesù, salendo al cielo, diventa come quelle radici: invisibile agli occhi, ma fondamento della nostra fede. È Lui che ci dà la forza per resistere alle tempeste della vita.
Gesù, salendo al Cielo, non ci ha «abbandonato» o, per usare un termine social, non ci ha bloccato su WhatsApp, Facebook o Instagram, ma ci ha promesso un «collegamento» ancora più potente: lo Spirito Santo! Ci ha detto: «Restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». È come dire: «Aspettate un regalo speciale che vi darà la forza per la missione che vi affido».
E qual è questa missione? «Di questo voi siete testimoni». Testimoni di cosa? Del suo amore, del suo perdono, della sua vittoria sulla morte. Essere testimoni non significa solo parlare di Gesù con le parole, ma soprattutto con la vita. È un compito per tutti, ogni giorno.
Essere testimoni, dunque, può significare essere onesti sul lavoro, pazienti in famiglia anche quando siamo stanchi, perdonare chi ci ha fatto un torto, dedicare tempo agli altri. Pensate a quando, nel traffico, invece di suonare il clacson con rabbia, facciamo un respiro e magari lasciamo passare qualcuno con un sorriso. Oppure quando, al supermercato, cediamo il posto in cassa a una persona anziana o a una mamma con un bambino piccolo. Sono piccole scelte che «parlano» di Vangelo.
L'Ascensione, quindi, non è la fine della storia di Gesù con noi, ma l'inizio di un nuovo modo di essere insieme. Lui è in Cielo, ma è anche qui, in mezzo a noi, ogni volta che ci riuniamo nel suo nome, ogni volta che preghiamo, ogni volta che compiamo un gesto d'amore. Pensate a una squadra sportiva: l'allenatore non gioca in campo con loro durante la partita, ma le sue istruzioni, la sua strategia, il suo incoraggiamento sono ben presenti nella mente e nel cuore dei giocatori, guidandoli. Così Gesù, dal Cielo, ci guida e ci sostiene.
E i discepoli, dopo averlo visto salire, cosa fanno? Non restano lì a guardare il cielo con tristezza, ma «tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio». Ecco il segreto: la gioia e la lode! Se sappiamo che Gesù è vivo, che ci ama, che ci aspetta in Paradiso e che nel frattempo cammina con noi, come possiamo non essere gioiosi? Certo, la vita ha le sue difficoltà, le sue croci - la malattia, un problema economico, un'incomprensione in famiglia. Ma la certezza della sua presenza e della sua promessa ci dà una gioia profonda che nessuno può toglierci. È come avere una luce interiore che continua a brillare anche quando fuori è buio.
E chi meglio di Maria, la Mamma di Gesù e Mamma nostra, può insegnarci a vivere questa attesa operosa e gioiosa? Lei ha visto suo Figlio nascere, crescere, morire, risorgere e, infine, salire al Cielo. Immaginiamo il suo cuore di Madre: un misto di nostalgia per la sua presenza fisica, ma anche di immensa gioia nel saperlo glorioso accanto al Padre. Maria non si è chiusa nel dolore, ma è rimasta con i discepoli, in preghiera, in attesa dello Spirito Santo. Lei è il modello perfetto di chi guarda al Cielo con speranza, ma tiene i piedi ben saldi per terra, continuando la missione d'amore.
Affidiamoci a Lei, alla Madonna, alla nostra Mamma celeste che non lascia mai soli i suoi figli, affinché per sua intercessione il Signore, che è asceso al cielo, ci benedica dall'alto, e ci doni la forza di essere suoi testimoni, nella gioia e nella pace. Amen!